Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime
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Grazie, Partigiani
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Il più piccolo aveva solo 14 anni. Saranno 147. 147 i partigiani di Ronchi che sacrificheranno la propria vita per combattere quel male assoluto che è stato il fascismo. Senza dimenticare le centinaia di deportati. 75 saranno quelli che non torneranno più a casa. Erano giovani e meno giovani, uomini e donne, italiani e sloveni, croati, serbi, e di tanti altri luoghi. Quel giorno dell'armistizio, nell'Italia, sbandata, con l'esercito in rovina, in cambio di vestiti civili, di cibo, si consegnavano le armi. Il Paese allo sbando, e il popolo, finalmente poteva riscattarsi. La guerra è finita, pensavano in tanti. Ma in quelle ore, soprattutto qui al confine orientale, si era capito cosa sarebbe successo. La Germania nazista avrebbe occupato l'Italia, non c'era tempo di festeggiare, la guerra non era finita, il peggio doveva ancora arrivare. In centinaia si mossero con le loro tute blu dai cantieri navali di Monfalcone. Cantieri da dove partivano spesso delle squadre con delle camionette per pestare comunisti e antifascisti. Questa volta partirono gli operai con la tuta blu. Decisero di ritrovarsi a Cave di Selz, sulla strada che conduceva verso Gorizia. Lo scopo era cercare di arrestare il prima possibile l'avanzata tedesca. Con armi italiane e slovene, con la collaborazione fondamentale della Resistenza slovena, senza la quale non sarebbe stata possibile alcuna reale resistenza, qui, sul confine orientale, in centinaia, lì, dove sorge il cippo eretto nel 1970 che ne ricorda la costituzione, si formò la prima formazione armata partigiana d'Italia. Che passerà alla storia con il nome di Brigata Proletaria. Studenti, operai, disoccupati, impiegati. C'era tutta la società. Si era nel pomeriggio del 10 settembre del 1943. Dopo il comizio di Monfalcone che sollevò la piazza invitandola ad agire subito per la libertà del Paese, si avviarono i partigiani verso Doberdò. Nei documenti sloveni sarà nota come brigata triestina, ma qui rimarrà nota come brigata proletaria, come si chiamavano le brigate antifasciste slovene e soprattutto per rivendicare l'identità operaia di quella formazione partigiana costituita da quasi 800 combattenti. Una cosa enorme. E quando la racconti, la gente neanche ci crede. Ti chiede, ma è tutto vero? Sì, è tutto vero. Una storia enorme, potente, che meriterebbe di oltrepassare i confini regionali. Il 12 settembre sarà la prima battaglia della Brigata Proletaria, in quella che passerà alla storia come la battaglia di Gorizia. Fu un qualcosa di pazzesco per l'epoca. Per una ventina di giorni circa la Brigata Proletaria monfalconese e i
partigiani sloveni affrontarono il fortissimo esercito tedesco con un coraggio estremo. Le truppe della
Wehrmacht, purtroppo, distrussero la brigata. Un centinaio furono i partigiani caduti in quella tremenda battaglia. Chi fuggì e chi continuò la propria opera partigiana in quello che sarà la futura brigata Garibaldi Trieste. A questi nostri eroi non si può che dire che grazie.
E Ronchi dei Partigiani, senza voler togliere niente a nessuno, nasce per questo motivo, per un plus, per rivendicare l'identità partigiana di queste terre, la memoria partigiana di queste terre, contrapponendosi a chi vuole celebrare eventi e nefandezze storiche che infangano la memoria di Ronchi, del monfalconese, dei partigiani, di un territorio che deve la propria libertà a chi in quei bollenti giorni di settembre del '43 ha deciso di impugnare le armi, di salire sul Carso per respingere il nemico nazista, alleato dell'Italia fascista che stava per occupare, come poi farà, gran parte dell'Italia. E comunque una riflessione va fatta sul perchè queste cerimonie vedono ridursi, di anno in anno, il numero di partecipanti. Sempre meno persone. Qualcosa evidentemente non funziona più ed una riflessione profonda va fatta prima che ci si ritrovi solo tra pochi intimi.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
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