La Croazia e quei capricci nazionalistici fuori da ogni tempo sul bilinguismo

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  La Croazia è una nazione splendida, ricca di contraddizioni, fortemente cattolica, orgogliosa dei propri colori, della propria bandiera, che primeggia dal turismo, allo sport, pur essendo un Paese grande quanto una regione italiana, eppure, ci sono delle cose che continuano a far storcere il naso. Come il bilinguismo. Se in città come Fiume, Rijeka, che è impossibile veder chiamate Fiume con un cartello bilingue, come accade d'altronde similmente a Trieste, dove Trst, lo si può leggere solo fuori dalla città, dei tentativi azzardati  vi sono, come alcune targhe poste per ricordare i nomi storici delle vie, bisogna constatare però che è molto complicato riuscire a trovare dei cartelli, delle indicazioni, in italiano. Eppure la minoranza italiana esiste, ha delle proprie comunità, che faticano ad ottenere delle concessioni, dei diritti. Balza all'occhio ad esempio una segnalazione che giunge dalla splendida Lussino. E non è l'unico caso che accade in Croazia. Dove un cartel...

E' boom di richieste d'asilo in Italia di egiziani in fuga dalla dittatura

Dal 2013, da quando Al Sisi ha preso il potere con il colpo di stato rovesciando l'unico Presidente democraticamente eletto nella storia d'Egitto, Morsi, morto recentemente a causa del regime carcerario incompatibile con il suo stato di salute, sono quasi 5000 gli egiziani in fuga in Italia dall'Egitto. Cioè come se tutti gli italiani, sono circa 5/6 mila, presenti in Egitto fossero praticamente scappati via. E questo 2019 rischia di registrare un boom. Si è partiti con un più 128% rispetto a dicembre 2018, con 57 domande nel mese di gennaio per arrivare ad un totale, in base agli ultimi dati fermi a giugno 2019, con 301 domande, nel 2018 erano 674, nel 2017 829, 776 nel 2016, 589 nel 2015, 659 nel 2014, 907 nel 2013, per un totale di  4735 di richieste d'asilo. I richiedenti asilo sono coloro che, lasciato il proprio paese d’origine e avendo inoltrato una richiesta di asilo, sono in attesa di una decisione da parte della commissione riguardo al riconoscimento di una forma di protezione. E nonostante ciò si continua a considerare l'Egitto come un Paese amico, si continua a non dichiararlo insicuro e si continuano a mantenere relazioni diplomatiche come se nulla fosse, nonostante sia ben nota la brutalità della dittatura verso le opposizioni, verso gli attivisti dei diritti umani, verso chi osa mettere in discussione il potere del dittatore. Per non parlare di quello che è successo a Giulio.

mb

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