Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

Immagine
Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Se anche al teatro di Monfalcone è vietato entrare con il velo


A novembre 2018 a Monfalcone vennero affissi i primi cartelli nei luoghi pubblici di proprietà del Comune con i quali in sostanza, in applicazione delle modifiche al regolamento di polizia urbana si introduceva il divieto dell'utilizzo del velo. A Monfalcone affisso il primo cartello che vieta burqa e niqab"Per ragioni di sicurezza è vietato l'ingresso con il volto coperto", scritta preceduta da tre figure barrate: un casco, un velo islamico e un passamontagna. Questo cartello,camminando per Monfalcone, non puoi non notarlo. E' ovunque. E ultimamente è stato affisso anche al teatro comunale della città. Che si unisce ai vari uffici pubblici, scuole, biblioteca. Un divieto che in alcuni Paesi è stato introdotto in modo esteso, ultimo, ma probabilmente non ultimo, è l'Olanda. Il Paese noto per le sue libertà estreme, ora vieta il velo, si unisce alla Francia, alla Danimarca, al Belgio all'Austria. Divieti che contrastano con quanto disposto dalla sentenza del 18/09/2018 n° 3413/09 della Corte Europea dei diritti dell'uomo che arriva ad affermare nella sostanza che vietare il velo islamico in pubblico significa compromettere il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione. Dunque una legge che voglia vietare il velo integrale o parziale in luoghi pubblici (nella fattispecie un tribunale) è da considerarsi come atto che faciliti una discriminazione volta a pregiudicare il diritto al rispetto della vita privata. Fatto, a detta dei giudici, che non può essere tollerato in una società democratica. Ed il Belgio è stato condannato a risarcire per il danno morale la donna in questione.Una sentenza che farà discutere, visto il cambio di orientamento e probabilmente non farà piacere ai cultori delle nuove crociate. Se a Monfalcone qualcuno tenterà questa via, non è da escludere che l'esito possa essere lo stesso. Anche se come la giustizia ha insegnato, tutto può accadere. I ribaltoni sono sempre possibili, d'altronde la giustizia va di pari passo spesso con il sentimento politico. Quel divieto lo guardi, ti lascia perplesso. E' ridicolo. Sicuramente si può discutere su quanto sia bella o non bella la religione musulmana. Si può discutere su quanto sia bello o brutto il velo, ma questi divieti non fanno altro che favorire l'isolamento sociale di queste persone. A Monfalcone saranno una manciata le persone che indossano il velo integrale. Che probabilmente al teatro di Monfalcone non hanno mai messo piede, e forse neanche in biblioteca o negli uffici comunali, sicuramente ora non potranno mettercelo perchè quel divieto le esclude, le discrimina.

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Quale la città più bella tra Udine e Trieste?