Lo spirito di solidarietà del Friuli

Immagine
  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Quella somiglianza tra l'omicidio di Giacomo Matteotti e quello di Giulio Regeni



Dopo l'omicidio Matteotti, si disse, nulla fu come prima. Il fascismo divenne ancora più violento, uscì pienamente allo scoperto, anche se già prima di omicidi politici ne vennero compiuti a bizzeffe. Ma Matteotti fu il primo parlamentare ad essere ucciso, era il più importante oppositore politico di Mussolini, l'unico in grado di tenergli testa. Venne seguito, venne sequestrato, venne picchiato, venne accoltellato, venne abbandonato in una fossa. Verrà ritrovato casualmente dopo due mesi. Nelle campagne laziali. Mussolini fin dall'inizio sostenne che quell'omicidio ostacolava il fascismo, che ledeva il fascismo e chiunque l'abbia commesso lo commise contro gli interessi dell'Italia fascista continuando a proclamare ai quattro venti, che si sarebbe attivato per arrivare alla verità. Depistaggi, capri espiatori, ricatti fino ad arrivare all'assunzione di responsabilità morale e politica di quell'atto.Tutto questo accadeva nell'Italia fascista del 1924. Salto nel tempo, nell'Egitto fascista di Al Sisi, accade la stessa identica cosa, salvo l'assunzione morale di responsabilità. E' successo ad esempio con Giulio. Non era un politico, era uno studente, che studiava le cose sbagliate in Egitto, i sindacati indipendenti, quelli che sfuggono alle maglie del governo, in un sistema dove la ricchezza è determinata dallo schiavismo e sfruttamento sul lavoro con salari minimi di 60 euro mensili quando va bene. Sequestrato, torturato, ucciso, abbandonato sulla strada. Depistaggi, e quant'altro e la linea di Al Sisi fin dall'inizio è stata che l'Egitto ne è stata vittima di quell'assassinio, che è stato realizzato per ostacolare i rapporti tra Italia ed Egitto, per colpire Al Sisi e che si sarebbe attivato per arrivare alla verità. Intanto, l'Egitto fascista è diventato più brutale. Sono quasi quattro anni che ripete le stesse colossali balle il dittatore egiziano. Cent'anni di storia, ma cosa è cambiato?

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Quale la città più bella tra Udine e Trieste?