L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Quella somiglianza tra l'omicidio di Giacomo Matteotti e quello di Giulio Regeni



Dopo l'omicidio Matteotti, si disse, nulla fu come prima. Il fascismo divenne ancora più violento, uscì pienamente allo scoperto, anche se già prima di omicidi politici ne vennero compiuti a bizzeffe. Ma Matteotti fu il primo parlamentare ad essere ucciso, era il più importante oppositore politico di Mussolini, l'unico in grado di tenergli testa. Venne seguito, venne sequestrato, venne picchiato, venne accoltellato, venne abbandonato in una fossa. Verrà ritrovato casualmente dopo due mesi. Nelle campagne laziali. Mussolini fin dall'inizio sostenne che quell'omicidio ostacolava il fascismo, che ledeva il fascismo e chiunque l'abbia commesso lo commise contro gli interessi dell'Italia fascista continuando a proclamare ai quattro venti, che si sarebbe attivato per arrivare alla verità. Depistaggi, capri espiatori, ricatti fino ad arrivare all'assunzione di responsabilità morale e politica di quell'atto.Tutto questo accadeva nell'Italia fascista del 1924. Salto nel tempo, nell'Egitto fascista di Al Sisi, accade la stessa identica cosa, salvo l'assunzione morale di responsabilità. E' successo ad esempio con Giulio. Non era un politico, era uno studente, che studiava le cose sbagliate in Egitto, i sindacati indipendenti, quelli che sfuggono alle maglie del governo, in un sistema dove la ricchezza è determinata dallo schiavismo e sfruttamento sul lavoro con salari minimi di 60 euro mensili quando va bene. Sequestrato, torturato, ucciso, abbandonato sulla strada. Depistaggi, e quant'altro e la linea di Al Sisi fin dall'inizio è stata che l'Egitto ne è stata vittima di quell'assassinio, che è stato realizzato per ostacolare i rapporti tra Italia ed Egitto, per colpire Al Sisi e che si sarebbe attivato per arrivare alla verità. Intanto, l'Egitto fascista è diventato più brutale. Sono quasi quattro anni che ripete le stesse colossali balle il dittatore egiziano. Cent'anni di storia, ma cosa è cambiato?

mb

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