C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

I Balcani se si riunissero,diventerebbero una potenza mondiale.Ma oggi prevalgono pericolosi dispetti



Dopo la tremenda dissoluzione della Repubblica federale della Jugoslavia, pezzo dopo pezzo, i Balcani si sono frantumati. Ognuno voleva essere Stato e nazione, e le conseguenze sono stati atroci. Guerre fratricide, all'interno di quell'Europa che ripete come un mantra che da 70anni a questa parte in Europa non c'è stata più guerra. Un clamoroso falso storico probabilmente con il quale rimuovere dalla propria coscienza ad esempio i bombardamenti su Belgrado, od il mancato intervento per evitare fatti come quello di Srebrenica. Sta di fatto che i Balcani, divisi, sono più deboli, più isolati, più facili da "conquistare". Ed infatti, basta vedere la condizione sociale ed economica in cui si trovano gran parte dei Balcani occidentali.

Sperano nell'Unione Europea, come ancoraggio della propria salvezza. La Slovenia è stata la prima a salutare la Jugoslavia e la prima ad entrare nell'UE. La Croazia è in attesa di entrare pienamente, ad oggi non ha l'Euro e non è nello spazio Schengen, ma ha aderito all'UE nel 2013, e nel 2020 dovrebbe entrare nello spazio Schengen per poi nel 2021, si dice, dare corso all'Euro, contro la cui introduzione si scaglia comprensibilmente più della metà dei croati, la Serbia è con un piede in Europa ed uno orientato verso la Russia, anche se ha presentato domanda di adesione nel 2009, la Bosnia accetta l'Euro con normalità e spera nell'Europa per il proprio rilancio, il Kosovo ha presentato domanda di adesione nel 2008, la Macedonia o meglio la Repubblica di Macedonia del nord ha presentato domanda di adesione nel 2004, l'Albania ha presentato domanda di adesione nel 2009, il Montenegro nel 2008. I Balcani o li ami o li odi, sono un territorio eterogeneo meraviglioso, ed unito sarebbero una potenza mondiale. Hanno scelto la strada dell'UE in tanti, sarà la storia ed il tempo a dire se sarà quella giusta, ma le condizioni sociali ed economiche di tante di queste aree rischiano di non reggere l'impatto con le misure che l'UE richiede per farne parte, anzi, rischierebbero di buttarsi una disastrosa zappa sui piedi. Avrebbero potuto valutare una terza via, unirsi, riproponendo quello che era la Jugoslavia, in chiave moderna, ponendosi da cuscinetto tra i due mondi. Ma oggi prevalgono pericolosi dispetti tra le varie nazioni dei Balcani che desideri di riunirsi, di ritornare insieme.
mb

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