C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Due anni dall'ultimo grande attentato dell'ISIS in Europa, Barcellona,l'obiettivo era il referendum per l'indipendenza?

Le 15 vittime di Barcellona, i 130 feriti di Barcellona, forse delle beghe politiche catalane non sapevano niente e manco erano interessati. Erano lì per godersi una delle vie più belle d'Europa, in una delle città più vitali d'Europa. Un pomeriggio spensierato, di caldo d'agosto. Poi la follia pianificata omicida. Il furgone bianco sulla Rambla, colpisce le persone come fossero birilli, fugge, la gente scioccata, e la storia è nota. E' stato quello l'ultimo grande attentato rivendicato dall'ISIS in Europa. Poi, si è spento, la macchina omicida si è fermata, dopo anni di terrore sparso per il vecchio continente che si è rivelato essere più vulnerabile del previsto. Mentre l'ossessione per la sicurezza ha continuato ad affermarsi in Europa favorendo la scalata dei nazionalismi e neofascismi. Il livello dell'allerta, si è raccontato per il rischio attentati a Barcellona, era alto. Ma i turisti non lo sapevano. Non lo sapevamo neanche noi che eravamo lì. E sulla Rambla i controlli erano pressoché ridicoli visto il livello di allerta lanciato. Barcellona in quel 17 agosto del 2017 è stata vittima di un qualcosa che ancora oggi ha più zone buie che di luce. La macchina della giustizia si è fermata. A parte gli esecutori manca tutto il resto. E qui, come si può leggere sulla stampa catalana, sono tanti e sempre più consolidati i sospetti, che quell'attentato sia stato non fermato, perchè poteva essere utile per destabilizzare Barcellona in vista del referendum sull'indipendenza dell'autunno che avrà poi delle conseguenze pesantissime nei rapporti tra Spagna e Catalogna. Il senso dell'unità nazionale, della sicurezza nazionale, avrebbe dovuto prevalere. Così non fu, nonostante la visita dell'odiato re a Barcellona. Pare che gli obiettivi degli attentatori potessero essere plurimi. Si parlava della nota Sagrada Familia, o della torre Eiffel a Parigi, o di colpire il Camp Nou durante l'incontro tra Barça e Betis o addirittura la diga di Riudecanyes. In particolare, su quel bacino sono state condotte 215 ricerche, come rivelato dai giorni scorsi "Diari de Tarragona". Insomma, a pagare, sempre e come sempre, innocenti.Si chiede a gran voce di tenere la politica fuori da questa vicenda, il 17 agosto sta diventando una data che divide, non poteva che essere così. Andrà fatta verità e giustizia fino in fondo, andrà capita la regia, catturati i mandanti, e capire perchè la Spagna se in possesso di informazioni sensibili non è riuscita a fare quanto in suo potere, stante anche l'elevato stato di allerta, per cercare di contrastare quel maledetto attentato del 17 agosto che ha spezzato la vita di decine di persone, di decine di famiglie e lasciato un segno indelebile pesante nella memoria di chi era lì.
mb

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