La Croazia e quei capricci nazionalistici fuori da ogni tempo sul bilinguismo

La Croazia è una nazione splendida, ricca di contraddizioni, fortemente cattolica, orgogliosa dei propri colori, della propria bandiera, che primeggia dal turismo, allo sport, pur essendo un Paese grande quanto una regione italiana, eppure, ci sono delle cose che continuano a far storcere il naso. Come il bilinguismo. Se in città come Fiume, Rijeka, che è impossibile veder chiamate Fiume con un cartello bilingue, come accade d'altronde similmente a Trieste, dove Trst, lo si può leggere solo fuori dalla città, dei tentativi azzardati vi sono, come alcune targhe poste per ricordare i nomi storici delle vie, bisogna constatare però che è molto complicato riuscire a trovare dei cartelli, delle indicazioni, in italiano. Eppure la minoranza italiana esiste, ha delle proprie comunità, che faticano ad ottenere delle concessioni, dei diritti. Balza all'occhio ad esempio una segnalazione che giunge dalla splendida Lussino. E non è l'unico caso che accade in Croazia. Dove un cartel...
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RispondiEliminaD’Annunzio allora cercò di fare il possibile per impedire che la “macelleria” in corso assumesse proporzioni ancora più catastrofiche, e in questo senso va interpretato il suo discorso del 3 agosto a Milano quando egli, allora presente in quella città per fatti suoi privati, venne prelevato in albergo da una squadra fascista e condotto nel palazzo del Comune appena occupato dai fascisti con i manganelli. Egli si affacciò, non potendo fare altro, e pronunciò un discorso patriottico che era soprattutto un invito all’unità ed alla pacificazione ma che, essendo fatto da una sede appena occupata dai fascisti con la violenza, venne da loro interpretato come un sostegno esplicito. Non lo era, e forse per questo egli quando ricevette l’invito a marciare su Roma il 4 novembre accettò, chissà, forse per fare un dispetto a Mussolini, oppure magari per leggere le sue carte ed invitarlo a sbrigarsi a fare quello che tante volte aveva minacciato, ma mai aveva avuto il coraggio di portare a termine.
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