Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Come finirà la "guerra fredda" tra Slovenia e Croazia per il golfo di Pirano? Senza un passo indietro si rischia un conflitto pericoloso




L'esito, di 400 pagine, dell'Arbitrato che ha dato ragione alla Slovenia e torto alla Croazia, assegnando praticamente la quasi integrità della baia di Pirano agli sloveni con il relativo accesso alle acque internazionali, ha creato, come è noto, un putiferio. Intanto, chi ci sta andando di mezzo, a fior di multe,  tensioni e rischi di essere sbattuti in galera, sono i pescatori. Quale la posizione della Slovenia? "Da quando la Croazia ha respinto la sentenza arbitrale e la sua attuazione, si sono verificate specifiche violazioni della legge europea. Non rispettando la sentenza arbitrale e quindi lo stato di diritto, la Croazia viola anche i principi fondamentali dell'Unione europea. La Slovenia ha avviato un procedimento contro la Croazia ai sensi dell'articolo 259 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE)."
Un contenzioso iniziato nei primi anni '90 che vede la seguente cronologia nei suoi punti più essenziali:
Il periodo 1992-2002 , conclusosi con l'accordo Drnovšek – RačanIl periodo 2002-2008 , durante il quale i governi hanno negoziato il coinvolgimento di una terza parte;  Il periodo 2008-2009 , quando è stato firmato l'accordo di arbitratoIl periodo 2010-2014 , che è stato caratterizzato dall'entrata in vigore dell'accordo di arbitrato e dal procedimento arbitrale;  Il periodo successivo a luglio 2015 , quando la Croazia, alla luce dello scandalo delle intercettazioni telefoniche, ha annunciato l'intenzione di porre fine unilateralmente all'accordo di arbitrato. I giornali serbo e croato Kurir e Večernji elencano notizie su presunte conversazioni telefoniche tra l'agente sloveno Simona Drenik e l'arbitro Jernej Sekolec e procedono pubblicando registrazioni audio delle presunte conversazioni. Il giorno seguente, l'agente sloveno Drenik e l'arbitro Sekolec si dimettono. La Croazia determina, dunque, la rottura, per violazione dell'imparzialità dell'Arbitrato, notificando  alla Slovenia il 30 luglio e al Tribunale arbitrale il 31 luglio la sua intenzione di risolvere l'accordo di arbitrato. 
 
Da parte della Croazia si sostiene, essendo venuta meno ogni fiducia sulla questione dell'Arbitrato, stante la collusione di alcuni giudici, di portare avanti relazioni bilaterali. La Slovenia insiste sull'Arbitrato, che alla fine si pronuncerà nei modi noti e disattesi dalla Croazia. I croati fanno presente che la Slovenia respinge l'intenzione della Croazia di recedere unilateralmente da questo accordo internazionale. Il ministro degli Affari esteri ed europei, Miro Kovač, ha dichiarato che "la Croazia si è ritirata dal processo arbitrale e non parteciperà all'audizione" e "cercherà una soluzione attraverso negoziati bilaterali con la Slovenia conformemente al diritto internazionale".
Il contenzioso va avanti. Ma il tutto sembra essere bloccato. Ognuno si trincea dietro le proprie posizioni. La Croazia nel 2020 dovrebbe entrare nello spazio Schengen, cosa che la Slovenia non accetterà con estrema facilità fino a quando non si risolverà questa situazione. L'Europa è totalmente timida sul punto, la Slovenia pretende di far rispettare l'esito dell'Arbitrato, la Croazia lo disconosce. Non è che qui di soluzioni ve ne sono tante senza un passo indietro da parte di entrambi i Paesi, si rischia un conflitto pericoloso.  E in tutto ciò, l'Italia, che fa?
 
mb

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