L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Oltre 50mila firme contro la rimozione dello striscione Verità per Giulio dal palazzo della Regione FVG

Quota 50 mila firme è stata superata. Il prossimo obiettivo è quota 75 mila firme, per arrivare probabilmente a 100 mila firme per quella che sta diventando una delle petizioni più firmate di sempre e che vede protagonista Trieste, il nostro capoluogo regionale, ritornata ad essere protagonista nel dibattito nazionale sicuramente non per un gesto che ha fatto scuola. Dal palazzo della Regione del FVG, proprio nel momento più delicato e importante nella durissima lotta contro la dittatura criminale egiziana, è stato tolto un simbolo fondamentale. Lo striscione giallo, per la Verità per Giulio. Si è parlato di fantomatiche strumentalizzazioni.  Poi non si è capito neanche quali fossero queste strumentalizzazioni. Per ogni striscione tolto, in Italia ne vengono esposti altri cento. Quello striscione non toglie niente a nessuno, non è un meno, ma un plus per la ricerca per la verità, per un ragazzo friulano massacrato da un regime criminale con il quale in modo indecente si continuano a fare affari, a tessere rapporti di amicizia e diplomatici. Da quando l'ambasciatore è stato rispedito in Egitto è stata avviata la normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto, non c'è stato mezzo passo in avanti nella verità per Giulio in quel Paese. E in modo altrettanto agghiacciante l'Egitto continua a non essere dichiarato come insicuro. E la commissione d'inchiesta votata in Italia sul caso di Giulio, di cui a distanza di quasi tre mesi dall'approvazione se ne attende ancora la messa in moto, è una commissione che non deve avere colore partitico, come non ha colore partitico lo striscione per Giulio Regeni, e chi pensa il contrario, pensa male. Togliere lo striscione per Giulio non significa fare sicuramente un dispetto alla dittatura criminale egiziana. Nessuno si augura di vederlo esposto altri 20anni quello striscione perchè ciò significherebbe solo una cosa, aver fallito la verità e la giustizia per Giulio e per tutti i Giulio e le Giulia d'Egitto, perchè quello striscione ricorda ad una società sempre più cattiva che ancora verità e giustizia non è stata compiuta per un ragazzo friulano,cittadino del mondo, che amava il popolo egiziano, ucciso da un regime feroce, e in modo feroce, nel ventunesimo secolo,come facevano i nazisti,durante un dottorato di ricerca.
mb

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