La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Oltre 50mila firme contro la rimozione dello striscione Verità per Giulio dal palazzo della Regione FVG

Quota 50 mila firme è stata superata. Il prossimo obiettivo è quota 75 mila firme, per arrivare probabilmente a 100 mila firme per quella che sta diventando una delle petizioni più firmate di sempre e che vede protagonista Trieste, il nostro capoluogo regionale, ritornata ad essere protagonista nel dibattito nazionale sicuramente non per un gesto che ha fatto scuola. Dal palazzo della Regione del FVG, proprio nel momento più delicato e importante nella durissima lotta contro la dittatura criminale egiziana, è stato tolto un simbolo fondamentale. Lo striscione giallo, per la Verità per Giulio. Si è parlato di fantomatiche strumentalizzazioni.  Poi non si è capito neanche quali fossero queste strumentalizzazioni. Per ogni striscione tolto, in Italia ne vengono esposti altri cento. Quello striscione non toglie niente a nessuno, non è un meno, ma un plus per la ricerca per la verità, per un ragazzo friulano massacrato da un regime criminale con il quale in modo indecente si continuano a fare affari, a tessere rapporti di amicizia e diplomatici. Da quando l'ambasciatore è stato rispedito in Egitto è stata avviata la normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto, non c'è stato mezzo passo in avanti nella verità per Giulio in quel Paese. E in modo altrettanto agghiacciante l'Egitto continua a non essere dichiarato come insicuro. E la commissione d'inchiesta votata in Italia sul caso di Giulio, di cui a distanza di quasi tre mesi dall'approvazione se ne attende ancora la messa in moto, è una commissione che non deve avere colore partitico, come non ha colore partitico lo striscione per Giulio Regeni, e chi pensa il contrario, pensa male. Togliere lo striscione per Giulio non significa fare sicuramente un dispetto alla dittatura criminale egiziana. Nessuno si augura di vederlo esposto altri 20anni quello striscione perchè ciò significherebbe solo una cosa, aver fallito la verità e la giustizia per Giulio e per tutti i Giulio e le Giulia d'Egitto, perchè quello striscione ricorda ad una società sempre più cattiva che ancora verità e giustizia non è stata compiuta per un ragazzo friulano,cittadino del mondo, che amava il popolo egiziano, ucciso da un regime feroce, e in modo feroce, nel ventunesimo secolo,come facevano i nazisti,durante un dottorato di ricerca.
mb

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