Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

A Fiume si intitola una strada all'autonomista antidannunziano Riccardo Zanella


"Trg Riccarda Zanelle”. A Rijeka, Fiume, si intitola una via/piazza all'autonomista Riccardo Zanella, oltre che antidannunziano.  Non è forse un caso, come fa notare Radiocapodistria che"al leader autonomista sia stata intitolata proprio la piazza dinanzi al Palazzo in cui Gabriele D'Annunzio aveva preso sede",durante il periodo dell'occupazione della città. Come è noto il Comune di Rijeka, Fiume, ha esposto nel giorno dell'anniversario in cui ottenne, 360 anni or sono, l'attuale emblema che identifica la città, la bandiera storica della città di Fiume. Una bandiera mal vista dalla Croazia, perchè " il colore rosso-giallo-blu, anche se in passato era nella bandiera di Rijeka, è ora utilizzato dall'Associazione del comune libero in rifugiato, cioè l'organizzazione irredentista in Italia". Cosa che dal Comune di Fiume viene contestata. La storia di Fiume fa rima con autonomia, o meglio, ha fatto rima con autonomia. A partire dal 1719, poi persa, per una ventina d'anni, ed essere nuovamente acquisita quando fece parte del Corpus Separatum della corona Ungarica. Dopo la prima guerra mondiale, con l'occupazione della marcia su Fiume, che si concluderà in modo violentissimo, con una sessantina di morti, nel famoso "Natale di sangue", dove perderà la vita anche un ragazzo di soli 12 anni, si arriverà a creare lo Stato libero di Fiume che sarà da ponte all'annessione di Fiume all'Italia fascista. Zanella, eletto al parlamento nel 1905, fu un grande autonomista, podestà nel 1914, poi ostile ai dannunziani perchè la loro "impresa" era liberticida e soprattutto comprometteva l'autonomia della stessa città, tanto che si arrivò ad uno sciopero generale nel 1920 contro il tentativo che era in atto finalizzato a compromettere l'autonomia di Fiume per farla scivolare verso il Regno d'Italia. Quando vennero scacciati i dannunziani da Fiume si illuse che l'autonomia potesse essere difesa, ma il colpo di stato nazionalista  del '22, mosso dal legionario e fascista Giunta, lo costrinse all'esilio.
Sarebbe cosa buona e giusta, nel rispetto dell'identità culturale e storica anche italiana di quella città, di averla quell'intitolazione quantomeno bilingue.
mb


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