Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Pericolose e irresponsabili provocazioni al Confine. Dall'Italia all'Ungheria, Slovenia e Croazia "sotto attacco"


Da viva l'Istria, Dalmazia e Fiume italiana, al condividere cartine di "terre" perdute, si prendono di mira in particolar modo la Slovenia e la Croazia. Condotte sistematiche, casuali o non casuali, scivoloni o non scivoloni, una volta gettata la pietra, le acque si agitano, in un territorio già ai ferri corti per la questione delle acque di Pirano, che vedono quasi quotidianamente battaglie tra pescatori e autorità che sfidano i confini marittimi contesi, e le multe, intanto fioccano.

Ma Slovenia e Croazia si uniscono però negli intenti contro alcune provocazioni  e non solo che arrivano dall'Italia e dall'Ungheria. Il Piccolo ha reso noto che sul profilo social del portale governativo ungherese è stata condivisa una mappa della vecchia Ungheria che denuncia lo smembramento del territorio. Il Tweet in questione è del 4 giugno.

E rimanda a questa dichiarazione: "Il segretario di Stato Árpád János Potápi ha dichiarato che il trattato di Trianon ha distrutto la società, l'economia e il sistema politico dell'Ungheria. Durante il National Cohesion Day, Potápi ha affermato che i quasi 100 anni trascorsi dalla firma del trattato di pace di Trianon sono la prova della forte volontà degli ungheresi di sopravvivere e mantenere vivo il loro paese. Potápi ha detto alla televisione M1 che il trattato è stato "forzato" in Ungheria e firmato 99 anni fa in questo giorno nel castello di Versailles a Grand Trianon.
Il trattato mirava a "distruggere il sistema politico ungherese, così come la sua economia, le sue forze armate e la società", ha affermato. Il parlamento ungherese ha dichiarato il 4 giugno la Giornata della coesione nazionale nel 2010."   

Come si legge sul Piccolo del 14 giugno si tratta di una "mappa che evidenzia che la Slovenia avrebbe «sottratto» 4mila chilometri quadrati di terra magiara con 64mila ungheresi, la Slovacchia ben 63mila e oltre un milione di cittadini di Budapest. Cifre simili per Croazia - 63mila km/q e 563mila magiari, mentre ben più alte sono quelle attribuite alla Romania, che avrebbe "strappato" 102mila chilometri quadrati di territorio e 1,7 milioni di ungheresi. Seppur presenti sulla mappa, non sono stati forniti dati su Ucraina e Serbia".

L'Italia, come è noto, ora ha costruito con il suo pessimo nuovo corso politico l'asse con l'Ungheria, la Polonia, e la Francia. Nazionalismo che avanza. I nazionalismi sono questo. Contese territoriali, rivendicazioni territoriali, che hanno sempre portato alle guerre. Quelle guerre che D'Annunzio ha sostenuto, ha rivendicato, per affermare l'italianità dei luoghi, e contrastare il rischio dell'avanzata di quella che lui definiva "schiaveria bastarda", riferendosi ai popoli "slavi". 
Provocazioni, scivoloni, leggerezze, irresponsabili che riaccendono le micce. L'Europa unita nella diversità è l'antitesi del nazionalismo Oggi, però si preferisce celebrare simboli del nazionalismo, come D'Annunzio, gridare viva L'Istria italiana, piuttosto che cercare di costruire un percorso europeo che metta la parole fine ai confini e frontiere e ad una visione anacronistica della società. Si può anche discutere se sia stato giusto il Trattato x piuttosto che il Trattato y, si può anche parlare se fosse stato più giusto vedere l'Istria assegnata all'Italia e Gorizia alla Jugoslavia, ma a che pro? Un conto è per un confronto storico, un conto è se ciò diventa il pretesto per completare quella "vittoria mutilata"giusto per rimanere, casualmente, in stile dannunziano, dall'Italia, all'Ungheria. Dimenticandosi spesso che in quelle terre vivono minoranze autoctone che saranno le prime a patire le conseguenze di certi gesti irresponsabili.

mb
 

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