Dove c'erano in casoni del popolo oggi c'è il nulla

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  Dalle parti di Staranzano un tempo esistevano dei casoni, Casoni Quarantia, ne avevo scritto già in passato , oggi praticamente il nulla. Una vicenda durata decenni dove si è passati alla situazione di oggi, dove si possono intravedere ancora degli scheletri di qualche casone demolito, qualche barca abbandonata, qualche pontile e scalinata conquistata dalla vegetazione e il silenzio, dominante. Questa è stata forse una delle poche situazioni dove la causa ambientalista ha prevalso. Anche se degli interrogativi restano e si capirà nel tempo quale sia stato il vero scopo di tutto ciò, se restituire l'area alla natura, se sottrarla all'utilizzo di chi aveva i casoni per i posti barca, o chissà ancora. Area che era curata dai casoneri e che con il giusto supporto avrebbero potuto migliorare anche l'estetica e rendere maggiormente compatibile con la natura le architetture liquidate come abusive. Una vicenda che ha diviso il territorio, e che rimarrà oramai nei ricordi di ciò c...

In ogni scuola uno striscione per la Verità per Giulio Regeni



Il futuro sono i giovani, e che futuro vogliamo consegnare alle nostre future generazioni, se non siamo in grado, dopo 40 mesi di atrocità, di prese in giro, di vigliaccherie a più livelli, di far giustizia e verità sul caso di Giulio? Un ragazzo massacrato per la sua attività di ricercatore? Uno studente? Cosa vogliamo insegnare agli studenti delle nostre scuole? Tutto quello che si insegna, rischia di annullarsi senza che questa verità e giustizia abbia seguito. Che tipo di messaggio vogliamo trasmettere? In Italia sono tante le scuole che hanno aderito al percorso per la verità per Giulio. Sono sempre di più quelle che espongono gli striscioni. Uno striscione che ci si augura non debba essere esposto per vent'anni o più perchè significa che verità e giustizia non sarà cosa fatta. Fiumicello diventa sempre di più paese dei diritti, un punto di riferimento importante per le nuove generazioni, ogni scuola d'Italia dovrebbe esporre lo striscione per Giulio, come ogni Università, ogni luogo dove si studia, dove si fa ricerca. Poteva accadere a chiunque quello che è capitato a Giulio. E' successo a lui. Trattato come un egiziano, ammazzato come in Egitto ammazzano gli egiziani che vengono percepiti ostili alla dittatura. Ma Giulio era lì per studiare, per fare il suo lavoro di ricercatore. Era un cittadino italiano, europeo, si sentiva cittadino del mondo, andando oltre ogni confine e frontiera. Incrementano gli spazi dedicati a Giulio, da sale della cultura, a biblioteche, a giardini, e tanto altro arriverà, ma esporre lo striscione per Giulio è un tassello essenziale. Se non lo facciamo noi per primi, Italia, che tra le altre cose siamo un partner commerciale vitale per l'Egitto, chi deve farlo? Chi deve darlo l'esempio, se non noi per primi? Se non siamo in grado di fare tutto quello che si deve fare per ottenere verità e giustizia? I giovani devono capire cosa è successo, devono capire in che mondo viviamo, devono capire come funziona la nostra società, capire per cambiarla, perchè certe miserabili situazioni, certe atrocità non abbiano più spazio, luogo, tempo.

mb

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