Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Con la nuova via della Seta,la Cina comunista alla conquista di Trieste. Comune e Regione,che faranno?

Le ideologie non sono mai state superate e mai lo saranno. D'altronde anche il capitalismo può essere intesa come una chiara ideologia. Ideologia che si è opposta in modo feroce a quella comunista, che in Italia è sempre stata una minoranza, importante, ma sempre una minoranza. Non c'è mai stato un governo comunista nel Paese.
Però il comunismo, invece, ha retto Paesi e realtà, dalla Jugoslavia, alla Russia, da Cuba, alla Cina, quella Cina che in teoria sarebbe comunista. E quella Cina comunista con la nuova Via della Seta, va alla conquista di Trieste. Ha fatto grande effetto la questione recupero nostalgia della storia, il porto franco, gli Asburgo e quant'altro. Una città che ha gettato prima di altri i semi di GLADIO, nata per contrastare il rischio di una fantomatica invasione da parte dei Paesi comunisti, ora, verrà conquistata, senza muovere un solo carro armato, senza sparare un solo missile e senza muovere milioni di soldati, con una firma e con tanti, ma tanti, soldi. 
Ad alcuni mesi, quasi tre, dalla firma del memorandum, a parte qualche intenzione, si è messo poco o nulla. Probabilmente si sceglierà la via del boicottaggio silente, aspettando tempi migliori. L'accordo, però ha una durata di cinque anni e rinnovabile.  
In città non se ne parla più. E da questo punto di vista sorge una curiosità. Visto che il Comune di Trieste e la Regione del FVG sono rette da forze politiche, al momento, ideologicamente anticomuniste, non pare essere emersa a livello istituzionale una chiara e manifesta contrarietà da parte del Comune di Trieste e della Regione del FVG alla nuova Via della Seta. C'è stata qualche delibera politica, non di singole forze politiche, ma da parte della maggioranza, visto che si delibera su tutto e di più, da parte della Regione del FVG e del Comune di Trieste, con la quale si esprime ogni contrarietà a qualsiasi forma di collaborazione con un Paese retto da un sistema comunista? Dicendo dunque a chiare lettere no alla via della Seta? Oppure il comunismo cinese va bene? O forse, intanto, si sta valutando di diventare un pò comunisti?
mb

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