Abbiamo visto anche in FVG, la situazione. Voti per la Lega: 244.818. Pari al 42,57%. E corrispondente, comunque, circa, al 23,5% del totale del corpo elettorale. Ma dei dati non possono comunque lasciarti indifferente. A partire da
Riace. Simbolo dell'accoglienza diffusa integrata, demolito in modo pesante, dall'attuale governo, e che ha visto nella Lega il primo partito. In una Calabria dove risulta essere il secondo partito sul corpo elettorale votante, il primo è il M5S, e a Riace è il primo partito. Con 297 voti! Il 30,75% dei votanti sull'elettorato attivo. Gli elettori sono 1808 i votanti 1.107. Lega che va bene anche in paesi come San Luca, ponendosi al secondo posto, il primo è il PD, e anche a
Rosarno, è il primo partito, cittadina diventata simbolo per lungo tempo per lo sfruttamento schiavista nei confronti dei migranti che porterà anche a delle rivolte. Primo con 1274 voti, il 35,33% dei votanti, in una Rosarno dove l'astensione è stata enorme, comunque. Su 11 mila elettori hanno votato in 3754. Il 70% circa è rimasto a casa.
La Lega diventa il primo partito nella provincia di Vibo Valentia.
Elettori: 159.919 |
Votanti: 69.235. Con 13.423 voti. E
Vibo Valentia è l'unico
capoluogo della Calabria che in queste Europee ha visto nella lega il primo partito tra i votanti. Si è recato alle urne quasi il 70% della popolazione cittadina. Tutto ciò è semplicemente incredibile, ma anche prevedibile.
I primi leghisti in diverse zone del nord Italia sono tanti meridionali, che hanno rimosso, rinnegato le proprie origini, visto quello che la lega in passato professava contro i meridionali, per salire su quello che forse viene visto come l'ultimo carrozzone della propria individuale salvezza, tra rosari e preghiere, e apparizioni di santi e madonne, con una sfiducia enorme verso il prossimo, in una terra afflitta da 'ndrangheta, corruzione, malaffare, e povertà estrema, da una forma di individualismo notevole, la lega ha seminato, ed iniziato a raccogliere tra chi si è recato a votare. Sarà il tempo a dirci se si tratterà solo di fumo oppure di qualcosa di più importante in un Sud che storicamente è stato in gran parte legato all'uomo forte, fedele alla monarchia, al re, ad un fascismo che non ha fatto gli stessi disastri che ha comportato nel resto d'Italia e per questo da molti ancora oggi dalle parti della Calabria, non odiato. C'è una Calabria che resiste, che vuole progredire, che vuole un mondo diverso, ed una Calabria che ha visto nel nazionalismo leghista il proprio futuro, ed è quella che in parte ha vinto alle elezioni, tra chi si è recato alle urne in questo 26 maggio 2019 che non verrà dimenticato facilmente.
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