Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Anno 1926 vigili del fuoco costretti dai fascisti a rimuovere a Gorizia insegna del Trgovski dom. Anno 2019,Brembate...

Correva l'anno 1926. Era il 4 novembre. Il 4 novembre del 1926, sei anni dopo l'incendio del Narodni dom, simbolo dell'identità e del riscatto sloveno nella Venezia Giulia. Come riportano le testimonianze del tempo, a Gorizia, un manipolo di fascisti, festeggiando la Celebrazione della vittoria, accompagnati dal manganello, dal motto me ne frego e dalla solita camicia nera entrarono violentemente nelle sale della banca commerciale slovena gettando in cortile libri, mobili, oggetti, tutto quello che si poteva gettare venne gettato via fino a costituire un mucchio da bruciare. E bruciarono libri,documenti, mobili,oggetti,simboli, bruciarono l'identità slovena, il riscatto sloveno, tra una folla di cittadini che osservava anche applaudendo ed inneggiando Viva l'Italia, già. Applauso che prese maggiore forza quando intervennero i vigili del fuoco, su disposizione imposta dai fascisti e rimossero l'insegna del Trgovski Dom. Quel luogo non era solo una banca, vi era anche un teatro, vi era anche una libreria. Doveva diventare italiano. Doveva essere cancellato ogni segno visibile che potesse turbare la coscienza pubblica, che recava fastidio all'ordine imposto dal regime. 
Anno 2019. Brembate. Lombardia. In provincia di Bergamo. Dopo il caso di Salerno, che ha visto uno striscione essere rimosso su intervento delle forze dell'ordine, dopo la protesta degli striscioni di Catanzaro, accade che a cent'anni quasi di distanza i vigili del fuoco sono stati costretti a compiere un gesto "politico". Hanno ricevuto l'ordine di procedere.
Uno di quelli che non aiutano la democrazia a crescere, ma che ne limitano l'affermazione. Non siamo nel regime fascista. Siamo in democrazia. Una democrazia debole, che sta ricadendo nel secolo breve. I vigili del fuoco sono stati costretti ad intervenire per rimuovere uno striscione, con scritto " non sei il benvenuto". Rivolto a colui che ama farsi chiamare come il Capitano.  

mb

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