C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Anno 1926 vigili del fuoco costretti dai fascisti a rimuovere a Gorizia insegna del Trgovski dom. Anno 2019,Brembate...

Correva l'anno 1926. Era il 4 novembre. Il 4 novembre del 1926, sei anni dopo l'incendio del Narodni dom, simbolo dell'identità e del riscatto sloveno nella Venezia Giulia. Come riportano le testimonianze del tempo, a Gorizia, un manipolo di fascisti, festeggiando la Celebrazione della vittoria, accompagnati dal manganello, dal motto me ne frego e dalla solita camicia nera entrarono violentemente nelle sale della banca commerciale slovena gettando in cortile libri, mobili, oggetti, tutto quello che si poteva gettare venne gettato via fino a costituire un mucchio da bruciare. E bruciarono libri,documenti, mobili,oggetti,simboli, bruciarono l'identità slovena, il riscatto sloveno, tra una folla di cittadini che osservava anche applaudendo ed inneggiando Viva l'Italia, già. Applauso che prese maggiore forza quando intervennero i vigili del fuoco, su disposizione imposta dai fascisti e rimossero l'insegna del Trgovski Dom. Quel luogo non era solo una banca, vi era anche un teatro, vi era anche una libreria. Doveva diventare italiano. Doveva essere cancellato ogni segno visibile che potesse turbare la coscienza pubblica, che recava fastidio all'ordine imposto dal regime. 
Anno 2019. Brembate. Lombardia. In provincia di Bergamo. Dopo il caso di Salerno, che ha visto uno striscione essere rimosso su intervento delle forze dell'ordine, dopo la protesta degli striscioni di Catanzaro, accade che a cent'anni quasi di distanza i vigili del fuoco sono stati costretti a compiere un gesto "politico". Hanno ricevuto l'ordine di procedere.
Uno di quelli che non aiutano la democrazia a crescere, ma che ne limitano l'affermazione. Non siamo nel regime fascista. Siamo in democrazia. Una democrazia debole, che sta ricadendo nel secolo breve. I vigili del fuoco sono stati costretti ad intervenire per rimuovere uno striscione, con scritto " non sei il benvenuto". Rivolto a colui che ama farsi chiamare come il Capitano.  

mb

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