Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

A Trieste si spendono 382mila euro per "celebrare" l'occupazione italiana della città di Fiume. A Fiume e in Croazia lo sanno?





Vi immaginate se a Lubiana o a Zagabria il primo maggio di ogni anno celebrassero quella che viene considerata come  l'occupazione di Trieste o Gorizia? E se facessero una mostra per celebrarne l'atto? Cosa, che a dire il vero, forse sarebbe ben più plausibile stante il fatto che il primo maggio del '45 si libereranno questi territori dall'occupante nazifascista. Ma in tempo di Europa, unita nella diversità, ma ancora per poco se si continua a subire i colpi del nazionalismo, nel tempo del diplomaticamente corretto, di barriere abbattute, di confini caduti e frontiere immaginarie, nonostante alcune provocazioni ancora calde, non verrebbe considerata, come minimo, opportuna. E sinceramente dalle parti di Trieste e Gorizia e d'Italia si griderebbe allo scandalo. E inaccettabile dal punto di vista morale ed etico perchè si riabilita un simbolo del nazionalismo italiano ed un evento che ha anticipato la marcia su Roma.
Non solo, invece, quanto accadrà a Trieste, città capoluogo del Friuli Venezia Giulia, è inopportuno, ma anche grave, dal punto di vista storico e politico. Perchè, come emerge dalla delibera della Comune triestino del 2 maggio, come già denunciato a dovere dal Piccolo di Trieste, si arriverà a spendere complessivamente  382.190,00 euro per la realizzazione della mostra sull'occupazione della città di Fiume, inclusa la produzione e collocazione, in luogo da individuare, di una statua di Gabriele D'Annunzio. Una cifra importante, per una mostra di pochi mesi, visto che durerà da luglio a novembre 2019. Ma quello che è interessante leggere è la motivazione che porterà a questa mostra.

considerata pertanto la volontà dell'Amministrazione comunale di proporre negli spazi dell'ex Pescheria - Salone degli Incanti un evento espositivo di rilievo che presenti un alto livello culturale e artistico, in grado di integrare l'offerta culturale cittadina nel periodo estivo nei confronti del turista già presente in città, nonché di stimolare all'afflusso di ulteriori presenze; rammentato che quest'anno ricorre il centesimo anniversario dell'Impresa di Fiume”, la ribellione di alcuni reparti del Regio Esercito (circa 2.600 uomini tra fanteria e artiglieria) finalizzata a occupare la città adriatica di Fiume, contesa tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia; organizzata da un fronte politico a prevalenza nazionalista e guidata dal poeta Gabriele D'Annunzio, la spedizione raggiunse Fiume il 12 settembre 1919 proclamandone l'annessione al Regno d'Italia; preso atto della volontà del Comune di Trieste di celebrare tale anniversario promuovendo una mostra sulla figura artistica e umana di Gabriele D'Annunzio, Vate d'Italia, al fine di dare risalto ad una delle personalità più eminenti del primo Novecento, anche in considerazione della sua rilevanza nell'ambito degli avvenimenti legati alla Grande Guerra, che hanno inciso profondamente sull'identità del territorio regionale e triestino in particolare; dato atto che, a tal fine, sono stati avviati contatti preliminari con la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani (con sede a Gardone Riviera - Brescia), al fine di valutare la possibilità di una prestigiosa collaborazione, che possa dare lustro, riconoscimento e risonanza nazionale ed internazionale all'evento espositivo; di approvare la realizzazione della mostra “Disobbedisco. La rivoluzione di D'Annunzio a Fiume 1919 - 1920”, che si terrà nell'ex Pescheria - Salone degli Incanti, tra luglio e novembre 2019

Dunque si rivendica a chiare lettere di celebrare una marcia nazionalistica con la quale si è occupata una città straniera, oggi appartenente alla Croazia. Ci manca solo sentir dire viva Fiume italiana. Ma a Fiume, che nel 2020 sarà capitale europea della cultura ed in Croazia, sanno cosa sta succedendo nella Venezia Giulia? Marcia che farà scivolare la città di Fiume nelle mani del fascismo.

Per chi avesse dubbi su cosa si intendesse celebrare, così la Treccani:
celebrare v. tr. [dal lat. celebrare, propr. «frequentare, rendere frequentato», quindi «solennizzare, onorare, celebrare»; v. celebre] (io cèlebro, ecc.). – 1. Lodare, esaltare, glorificare, a voce o in iscritto, persona  o cosa: c. un eroe, un martire; c. le imprese, le gesta di qualcuno.

mb 

Qui un post ragionato su GIAP sulla marcia di occupazione di Fiume

Da Ronchi «dei Legionari» a Ronchi dei Partigiani. Di cos’è il nome un nome?


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