Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Trieste punta alla Cina valorizzando il suo passato Asburgico



Il passato è passato, indietro non si torna. Forse. Trieste, città che, per alcuni da cent'anni, per altri da sempre, per altri ancor meno, per altri abusivamente, appartiene all'Italia , sarà una delle poche città d'Europa in questo terzo millennio a dedicare una statua, un manufatto, ad una monarca. Maria Teresa d'Austria. D'altronde la bellezza particolare di Trieste è data dal fatto che ha poco di tipicamente italiano nella sua fisionomia cittadina, la sua fortuna è perdurata fino a quando è stata bocca di Vienna verso l'Adriatico. Poi, crisi. Una lunga crisi coincisa con l'avvento del Regno d'Italia, che ha addormentato questa città, con un secolo breve, che è stato una catastrofe per questa parte del Confine Orientale, per iniziare a riprendersi, lentamente, mentre il mondo corre a passo spedito, solo negli ultimi recentissimi tempi. E la salvezza di Trieste arriva dalla Via della Seta. Probabilmente l'ultima grande occasione di rinascita di questa zona periferica d'Italia. E si riscopre, in tutto ciò, il suo passato asburgico. Verso cui Trieste fu fedele, con tanto di dedizione, soprattutto perchè era il modo in cui poter difendere la propria autonomia. Si festeggiano in questo 2019 i 300 anni, da quando il 18 marzo 1719, l’imperatore Carlo VI, istituì il Porto Franco di Trieste. Una “patente”  che consentì a Trieste di diventare ponte verso Oriente per l'Occidente.  Quel ponte che oggi potrebbe avere luogo grazie alla Via della Seta, passando magari anche dall'apertura di un consolato generale cinese in FVG, perchè sarà tutta la regione a trarne beneficio, non solo Trieste. Pur nella consapevolezza che Trieste non sarà l'unico porto interessato da questa Via, ve ne saranno altri quattro, come Fiume e Capodistria, ad esempio, oltre che Venezia e Ravenna. Quel passato che è stato per decenni, a causa del nazionalismo italiano, mistificato, demolito, odiato, oggi, invece, viene valorizzato. Intanto, i rapporti con l'Austria continuano ad essere importanti. Si è reso noto che l'interscambio Italia-Austria è cresciuto nel corso del 2018 del 5,6%, sfiorando quasi i 20 miliardi di euro, e l'interscambio tra Fvg e Austria,  ha fatto registrate una bilancia commerciale di circa 1,3 miliardi di euro. Sarà il passato, il futuro di Trieste?
mb

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