Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Giù le mani dalla locandina del Petrarca di Trieste sulla proclamazione delle Leggi Razziali

Ci son voluti ben 75 anni a Trieste per collocare una targa che ricordasse l'infamia delle Leggi Razziali proclamate in una città diventata terreno fertile a causa del razzismo esercitato già contro gli sloveni, ad esempio. Il Narodni dom ne è il simbolo. Una targa che ai più sfugge perchè invisibile e collocata nei pressi di quella fontana dei Quattro Continenti che venne spostata per lasciar spazio al dittatore fascista in quel maledetto 18 settembre del '38. Viene realizzato da una scuola di Trieste, il Liceo Petrarca, tra l'altro uno dei più noti della città, insieme ad altre importanti realtà un progetto sul "Razzismo in cattedra" pubblicizzato da un manifesto tanto semplice quanto impattante, perchè la verità storica sbattuta in faccia fa male. Tre studentesse sorridenti e la disumanità della scuola dell'esclusione attuata dalle Leggi Razziali. Qualcuno ne è rimasto infastidito. E si muove la macchina della "prudenza" della modifica, della censura. Anche no. Che sia quella l'immagine da diffondere in ogni scuola della città, in ogni spazio per ricordare cosa è stato quel giorno che a Trieste si fatica ancora oggi a voler ricordare nella sua giusta dimensione in un contesto sociale globale dove il razzismo è tra noi, anche nelle scuole, dove si stanno registrando casi di esclusione nei confronti degli stranieri sconcertanti. Una società dove il fascismo, come ha ricordato Michael Moore non sta tornando, ma è tra noi, o come ha sottolineato recentemente Luciano Canfora "abbiamo intrapreso un pericoloso cammino – poi magari sarò smentito dalla realtà – che somiglia al grande consenso che sorresse il fascismo nel passaggio dagli anni '20 agli anni '30. Ci sono incredibili convergenze". Che tutto ciò serva per riflettere e maturare la giusta consapevolezza dello stato complessivo delle cose nella nostra Europa a rischio di tracollo. Non si possono accettare compromessi su tali questioni, sarebbero non compresi ed una resa alla macchina della censura o del tentativo di censura.
Marco Barone 

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