Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Dalla Portacontainers di Ugo Guarino al manifesto di Marina Abramovic per la Barcolana, quando la differenza è ciò che trasporti




Trieste e mare sono una cosa sola, intima, indivisibile. Trieste deve la sua fortuna, e bellezza al suo storico porto, quando divenne il porto di Vienna, un porto che poi ha conosciuto nel corso del tempo alti e bassi, ma la bellezza del suo centro imperiale è dovuto al suo porto. Ugo Guarino noto e storico artista triestino nella zona del ghetto di Trieste ha rappresentato in modo semplice e lineare la globalità di Trieste attraverso una linea semplice, banale ma viva e colorata e potente. Una linea dalla quale nasce una portacontainers ricca di merce da distribuire in più porti, da Oslo, a Londra, da Sydney a Mombasa. Merce per il mondo, merce nel mondo. Qualche anno dopo, anno 2018, da una nota artista, Marina Abramovic, viene realizzato un manifesto, semplice, banale, immediato, ma potente a livello comunicativo. Come il disegno Da Trieste per i porti del mondo di Guarino. Per i 50 anni della Barcolana. Che anno dopo anno diventa sempre più attrattiva e interessante e si fa conoscere sempre di più oltre i confini nazionali. Siamo tutti nella stessa barca, diceva il messaggio. Ed il contesto era semplicemente di natura ambientalista. Qualcuno è stato disturbato da quel manifesto, perchè ha pensato ad una campagna politica contro il governo sulla questione dei migranti, una sorta di denuncia sul modo vergognoso di come l'Italia si è comportata verso i migranti costretti a rimanere in balia del mare per giorni e giorni, pur essendo il nostro il porto più vicino. Censurato. A Trieste non verrà diffuso pubblicamente, altrove sì, ma non a Trieste per la Barcolana. In un solo colpo si è reso quel manifesto famoso ed è diventato un simbolo per un qualcosa per cui non era proprio stato concepito e pensato. Se invece di parlare di persone, si fosse parlato semplicemente di merce, come nel disegno di Guarino, le reazioni probabilmente sarebbero state diverse. Questo è ciò su cui si dovrà anche riflettere.

Marco Barone

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