Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dalla Portacontainers di Ugo Guarino al manifesto di Marina Abramovic per la Barcolana, quando la differenza è ciò che trasporti




Trieste e mare sono una cosa sola, intima, indivisibile. Trieste deve la sua fortuna, e bellezza al suo storico porto, quando divenne il porto di Vienna, un porto che poi ha conosciuto nel corso del tempo alti e bassi, ma la bellezza del suo centro imperiale è dovuto al suo porto. Ugo Guarino noto e storico artista triestino nella zona del ghetto di Trieste ha rappresentato in modo semplice e lineare la globalità di Trieste attraverso una linea semplice, banale ma viva e colorata e potente. Una linea dalla quale nasce una portacontainers ricca di merce da distribuire in più porti, da Oslo, a Londra, da Sydney a Mombasa. Merce per il mondo, merce nel mondo. Qualche anno dopo, anno 2018, da una nota artista, Marina Abramovic, viene realizzato un manifesto, semplice, banale, immediato, ma potente a livello comunicativo. Come il disegno Da Trieste per i porti del mondo di Guarino. Per i 50 anni della Barcolana. Che anno dopo anno diventa sempre più attrattiva e interessante e si fa conoscere sempre di più oltre i confini nazionali. Siamo tutti nella stessa barca, diceva il messaggio. Ed il contesto era semplicemente di natura ambientalista. Qualcuno è stato disturbato da quel manifesto, perchè ha pensato ad una campagna politica contro il governo sulla questione dei migranti, una sorta di denuncia sul modo vergognoso di come l'Italia si è comportata verso i migranti costretti a rimanere in balia del mare per giorni e giorni, pur essendo il nostro il porto più vicino. Censurato. A Trieste non verrà diffuso pubblicamente, altrove sì, ma non a Trieste per la Barcolana. In un solo colpo si è reso quel manifesto famoso ed è diventato un simbolo per un qualcosa per cui non era proprio stato concepito e pensato. Se invece di parlare di persone, si fosse parlato semplicemente di merce, come nel disegno di Guarino, le reazioni probabilmente sarebbero state diverse. Questo è ciò su cui si dovrà anche riflettere.

Marco Barone

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