Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Se una pisciata ti rovina la vita


Si doveva dare l'esempio. E l'esempio è stato dato. 3.300 euro di sanzione, più il DASPO e tanti saluti. Questo quanto dovrà affrontare un cittadino di nazionalità straniera a Monfalcone per aver urinato per strada. In Italia, dal 2016, il quadro è cambiato. L'articolo del Codice Penale, il 726, che molti scopriranno solo in questa circostanza perchè ne ignoravano l'esistenza, prevede effettivamente che chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro a 5.000 a euro a 10.000 . I minimi prima andavano da 10 euro a 200 euro, fattispecie che è stata comunque depenalizzata perchè non è più contemplata l'ipotesi dell'arresto. Ma chi veniva realmente arrestato per una pisciata? La giurisprudenza è stata più volte interessata da queste ipotesi di illecito. Ad esempio la Cassazione ha affermato che "Sono atti contrari alla pubblica decenza tutti quelli che in spregio ai criteri di convivenza e di decoro che debbono essere osservati nei rapporti tra i consociati, provocano in questi ultimi disgusto o disapprovazione come l'urinare in luogo pubblico. La norma dell'art. 726 c.p. esige che l'atto abbia effettivamente offeso in qualcuno la pubblica decenza e neppure che sia stato percepito da alcuno, quando si sia verificata la condizione di luogo, cioè la possibilità che qualcuno potesse percepire l'atto". O ancora più restrittiva l'interpretazione data dal Tribunale di La Spezia nel 2014 quando affermò che "Orinare sulla pubblica via integra la contravvenzione di atti contrari alla pubblica decenza anche se l’atto non sia stato percepito da alcuno." Normativa e sentenze a parte il punto è il buon senso. Una volta c'erano i bagni pubblici, esistono ancora? Si può rovinare la vita ad una persona per una pisciata? Certamente è atto deprecabile farla nel bel mezzo della strada, ma un salasso del genere è una enormità da affrontare in un contesto sociale ed economico come il nostro in un Paese profondamente in declino che a quanto pare non ha altro che meglio di cui preoccuparsi che tutelare il decoro, che poi non vale per tutti. Pensate se la stessa rigidità dovesse esserci nei confronti dei proprietari dei cani che non raccolgono la meravigliosa cacchina dei propri amati cani o non lavano la profumata pipì dei propri amati per strada. Altro che rivolte...

Marco Barone

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