Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Relazione DIA: sul territorio del FVG registrate presenze di soggetti collegati alla 'ndrangheta

Mentre si parla del più e del meno, il problema dei problemi che affligge l'Italia, che è un prodotto effettivamente made in Italy, non attira più di tanto l'attenzione mediatica, l'opinione pubblica. Non scandalizza. Salvo quando si tratta di creare qualche notizia ad effetto o ci si deve fare belli in TV per apparire come il nuovo paladino o paladina dell'antimafia. In FVG la questione mafie è un fatto notorio e problematico. 
Nella relazione della DIA a conclusione del 2017, la regione ha un breve trafiletto, nel secondo semestre del 2017, non più una sezione singola ,come nel primo semestre ma affiancata al Trentino Alto Adige. Si parla specificatamente del problema 'ndrangheta. Così si legge: "Per quanto in Friuli Venezia Giulia non si sia finora registrato un vero e proprio radicamento da parte di compagini ‘ndranghetiste, non mancano segnali relativi ad interessi malavitosi, finalizzati in primo luogo al riciclaggio dei proventi illeciti. Sul territorio è stata, infatti, nel tempo registrata la presenza di soggetti collegati a cosche calabresi che operano con ditte interessate al settore edile, estrattivo, dell’abbigliamento221 e del trasporto in conto terzi. Il Trentino Alto Adige, pur essendosi dimostrato, negli anni, poco permeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata, resta comunque un’area appetibile per possibili attività di riciclaggio."
Complessivamente risultano essere state controllate 313 persone fisiche ,91 imprese e 297 mezzi con 5 accessi nei cantieri.
Le operazioni che si segnalano in merito al 2017 sono le seguenti. Al riguardo, il 7 luglio 2017, militari della Guardia di finanza di Trieste hanno tratto in arresto, a Scafati (SA), 5 persone indiziate di traffico di tabacchi e sottoposto a sequestro circa tre tonnellate e mezzo di sigarette, per un valore complessivo di circa 600 mila euro.

Si segnala che è rilevante  il danno anche per il made in Italy. I prodotti contraffatti arrivano dalla Cina soprattutto attraverso i porti di Napoli, Gioia Tauro (RC), Taranto, Ancona, Genova, Trieste, Venezia e Livorno, principali punti di approdo della merce illegale. Mentre nella Provincia di Pordenone, inoltre, il 6 dicembre 2017, l’Arma dei carabinieri ha tratto in arresto 3 trafficanti di droga fasanesi e due albanesi, sequestrando kg. 42 di marijuana destinata a rifornire alcune zone del Nord-Ovest.
 
Marco Barone 

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