Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

2019: Harakiri dell'Europa?

Oltre 700 deputati chiamati a rappresentare poco più di 500 milioni di abitanti. Dal 1979 si vota per l'elezione del Parlamento europeo, elezioni note come europee. Si svolgeranno nel 2019, tra il 23 e 26 maggio, non ci sarà questa volta il Regno Unito e soprattutto si rischierà il suicidio dell'Europa proprio attraverso quello che effettivamente è uno strumento, un mezzo, un metodo, che non attrae più, la democrazia elettorale. Eppure le prossime elezioni saranno le più importanti di sempre.  Il Parlamento, insieme ai rappresentanti dei governi dell'UE riuniti nel Consiglio, è responsabile dell'adozione della legislazione dell'UE. Nel quadro della procedura legislativa ordinaria, entrambe le istituzioni agiscono su un piano di parità in veste di colegislatori. In casi particolari possono essere applicate altre procedure. Il Parlamento e il Consiglio devono accordarsi sul bilancio annuale dell'UE. I deputati vigilano sull'attività delle istituzioni dell'UE, in particolare della Commissione europea, l'organo esecutivo dell'UE. Ha funzioni politiche importanti il Parlamento. Ma qui si prospetta una vittoria dei "sovranisti" delle destre nazionaliste. Ed avere una maggioranza nazionalista comporterà la fine dell'Unione Europea. Inutile girarci attorno, il quadro è questo. Certamente molto ha fatto la stessa UE per arrivare a questo punto. A partire da una globalizzazione selvaggia e da politiche liberiste estreme che hanno favorito diseguaglianze e ucciso economie e identità. E chi ha potuto è andato via, a gambe levate, come il Regno Unito. Mentre l'Europa cerca di allargarsi verso l'Est che è dimora di nazionalismi perfetti. Insomma il conto alla rovescia è iniziato. L'esito delle prossime elezioni sarà cruciale, di una importanza fondamentale. Se vinceranno, come pare sembrare, le destre nazionaliste, salterà tutto, ci saranno effetti a catena ingovernabili e devastanti. Il 2019 è l'anno della verità. Per questo sarà importante recarsi a votare e votare per una Unione Europea certamente da riformare profondamente, ma che sappia fermare i nazionalismi. Altrimenti qui di muri di Berlino o di Gorizia ne sorgeranno ovunque. La campagna elettorale è iniziata da tempo, ma qui gli unici a parlare sono solo i nazionalisti, i sostenitori dell'Europa dove sono?

Marco Barone

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