Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Erano 30!




Erano 30!
Un punto esclamativo e non sai cosa dire. Si ferma il respiro, il battito del cuore accelera. E pensi, erano 30!
Ognuno ricorderà i propri 30 anni, il salto verso una seconda vita, il salto con cui si chiude una storia, si diventa uomini o donne, non si è più ragazzi, non si è più ventenni. 
Erano 30!
Gennaio un mese di tanti ricordi nella famiglia di Giulio, compleanno di mamma Paola, il compleanno di Giulio. Un mese che come in qualsiasi famiglia sarebbe stato di festa, semplicità, di auguri, di candeline o non candeline soffiate, di battute sull'età che avanza, del tempo che corre, via, inesorabilmente.
Da due anni a questa parte gennaio è un mese dove vi è nulla da festeggiare. Il respiro si ferma, il battito del cuore accelera. E pensi, erano 30!
Un messaggio semplice, potente,enorme, profondo nella sua, appunto, semplicità. 
Quel 25 gennaio del 2016 per ordine di un sistema di potere criminale in Egitto Giulio verrà sequestrato. In altri anni si sarebbe parlato di sequestro di Stato, di omicidio di Stato.  Non hai altro da aggiungere, se non che erano 30!

Marco Barone 

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