C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Due anni dall'assassinio di Giulio Regeni e neanche una parola dal Presidente della Repubblica e capo del Governo





L'Italia è il Paese delle prediche, il Paese dove ci si vanta immensamente della bellezza, dell'arte, della storia, della cultura, però poi sistematicamente la si violenta, la si denigra, la si annienta. L'Italia è il Paese ove scorrono fiumi di parole, dimenticandosi che le parole hanno un peso, che le promesse hanno un valore, anche nell'Italia dove la questione morale è stata tradita da lungo tempo, anche nell'Italia corrotta e divorata dalle mafie.

Oramai siamo a due anni, da quel 25 gennaio e 3 febbraio, che nel 2016 condurranno alla più brutale morte, Giulio. Assassinato con una ferocia tipica di quel nazismo che il mondo ha conosciuto e debellato a prezzo enorme. Ad oggi non si conosce formalmente il motivo, il mandante, l'esecutore di quell'atto. Ma tutti hanno capito come le cose stanno realmente ed i depistaggi messi in campo, le fantomatiche piste di complotti o piste infamanti inglesi, sono baggianate figlie di qualche mente diabolica che ha come scopo solo quello di lasciar che il tempo trascorra, perchè il tempo cancellerà tutto. Il loro scopo è prendere tempo.
Le targhe, le sale, le borse di studio dedicate a Giulio sono importanti per mantenere viva la memoria di Giulio Regeni, sono un tassello importante per arrivare alla verità, ma non diventeranno mai, come forse qualcuno spera in cuor suo, la via della rassegnazione o dell'accontentino. Fino a quando non ci sarà verità e giustizia non ci sarà né pace né tregua per l'Egitto e per l'Italia.

L'Italia è un Paese dove spesso sono le cose non dette ad emergere che quelle banali e rituali dette, e nel discorso di fine anno sia del Presidente della Repubblica che del "premier" in carica neanche una virgola è emersa sulla questione di Giulio. E la rete ciò lo ha ben notato, evidenziato e denunciato. La rete non perdona.  Non che qualcuno si  aspettasse una parola, non siam mica nati ieri, ma fino all'ultimo  però ci si è domandati, diranno qualcosa su Giulio? Perchè una sola parola avrebbe potuto fare la differenza, quella differenza che è importante per arrivare alla verità

No. Niente. Ed il tutto nell'anniversario dei 70anni della Costituzione, una Costituzione che mette al primo posto la dignità umana, quella che a Giulio è stata negata ed a lui tutti quelli che hanno fatto la stessa identica fine in un Paese con il quale l'Italia si vanta di mantenere rapporti da più di 2000 anni. Si dice che gli affari di Stato devono venire prima di ogni altra cosa. E perchè Giulio non è mai diventato affare di Stato? Che cazzo deve accadere per essere tutelati e rispettati dal proprio Stato?Di una cosa state pur certi la nostra memoria non è corta e non lo sarà mai.


Marco Barone


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