Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Fake news la parola del 2017, strumento eccellente per la censura ?


Una volta si diceva che eri un bugiardo, una persona falsa, oggi sarai semplicemente un fake. Parola efficace, moderna, e dalle potenzialità devastanti. Il 2017 è stato sotto il segno delle Fake News, in base al noto dizionario internazionale Collins, tale  termine ha avuto, nelle ricerche online, un incremento del 365% sul 2016. Mica male. Perchè vi è stata una campagna mediatica studiata ad hoc.
D'altronde ci sarà un motivo se quando ti colleghi con Mozilla Firefox, ad Internet, appare il seguente avviso:

"Le grandi aziende vogliono limitare l’accesso all’informazione. Le fake news e la cosiddetta “bolla dei filtri” impediscono alle persone di accedere a un’informazione corretta. I bulli digitali stanno mettendo a tacere la voce di chi la pensa diversamente. Il nostro desiderio di esplorare è ostacolato da minacce alla sicurezza e alla privacy. È giunto il momento di unirsi a Mozilla e fare la nostra parte in qualità di cittadini digitali consapevoli."

Qualcosa di vero e di profondo c'è. E' evidente che le Fake News son diventate lo strumento eccellente per reprimere la libertà di pensiero e d'informazione nella rete che in questo caso rischia di essere sintomo più che di libertà di rete nel senso di limitazione della libertà personale. Spetta al singolo individuo riuscire a capire quanto una notizia possa essere attendibile o meno in una società dove l'obiettività non esiste più, pensiamo alla grande stampa americana che ha smesso di essere "indipendente" nel momento in cui si è schierata contro Trump sostenendo la Clinton, come se lei fosse più presentabile per alcuni aspetti di Trump.
Insomma, nessuna banalizzazione, nessun semplicismo. Certo, oggi vi è la fretta di dare la notizia, si scrivono spesso articoli non con le mani ma con i piedi, da orrori grammaticali planetari a notizie false, in una società dove lo sputtanamento dell'individuo è facilissimo da perseguire, il riparo allo sputtanamento non sarà altrettanto facilissimo da conseguire. Ma non è colpa del singolo e neanche di chi è costretto ad arrampicarsi con le unghie rifatte sugli specchi frantumati pur di sopravvivere.  Le menzogne son sempre esistite e continueranno ad esistere, stiamo attenti alla trappola delle Fake News che può spalancare le porte della censura preventiva, e sicuramente, anche, di un certo business, perchè tutto in questo mondo è business dal concepimento della vita alla morte ed a dirla tutta forse anche oltre la morte.

Marco Barone

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