Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...
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Relazionarsi con l'Egitto dove esiste ancora la pena di morte
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Come si legge in un sito"un tribunale egiziano ha condannato a morte sette
uomini con l’accusa di terrorismo e di aver preso parte alla
decapitazione dei 21 copti egiziani avvenuta a Sirte, in Libia, nel
2015. Altri dieci uomini sono stati condannati all’ergastolo e tre a
quindici anni di reclusione."
Per molti giustizia verrà fatta in questo modo. Nessuna ghigliottina, ma l'esecuzione di norma avviene per mano o meglio tramite i colpi del plotone d'esecuzione o per impiccagione.
Pare che ai condannati non viene neanche comunicata la data della loro condanna a morte ed i famigliari verranno avvisati quando il tutto è già accaduto.
I dati che circolano sull'Egitto sono inquietanti, anzi sono proprio tremendi. "Nel 2015, sono state impiccate almeno 22 persone, di cui sette per fatti di violenza politica. Almeno 538 condanne a morte sono state comminate nel 2015, secondo Amnesty International. Al 15 febbraio 2016, c’erano circa 539 persone sotto condanna a morte
definitiva, secondo l’Organizzazione Araba per i Diritti Umani (AOHR)." Sempre nel sito nessuno tocchi Caino si legge che la Costituzione egiziana non fa nessun riferimento alla pena di morte.
Ma nell’articolo 2 della Costituzione, emendato nel 1980, è scritto:
"L’Islam è la religione dello Stato... La Sharia è la fonte principale
della legge."
La pena di morte è applicabile in Egitto a oltre 40 reati. "La legislazione egiziana prevede infatti la pena capitale per diversi
reati definiti dal Codice Penale, dal Codice di Giustizia Militare,
dalla Legge sulle Armi e sulle Munizioni e dalla Legge contro il
Traffico di Droga. Le esecuzioni non possono aver luogo durante le feste nazionali o le
festività religiose, tenuto anche conto della fede del condannato. Le esecuzioni sono rese pubbliche solo quando sono già state effettuate."
Se a queste poi si aggiungono quelle segrete, il quadro diventa ancora più terribile. Basta pensare alla sorte toccata ai desaparecidos egiziani di cui ancora oggi non si conosce il numero esatto.
Come Giulio sequestrato il 25 novembre del 2016, ed ucciso e fatto ritrovare il 3 febbraio 2016.
Condannato a morte dal momento della sua cattura, ucciso dal sistema criminale del potere egiziano.
Ora, come è noto, trascorsi 22 mesi da quel terribile fatto, è ripresa la normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto, come se non fosse accaduto nulla. Italia che ha abolito la pena di morte con la nostra Costituzione per i
crimini ordinari mentre la pena di morte è stata abolita dai Codici Militari solamente
con legge ordinaria nell’ottobre 1994.
Relazionarsi con atto di amicizia con Paesi dove la pena di morte è applicata è come non averla abrogata nel nostro Paese, è come mantenerla in vita. Certo, si dirà, ma l'Italia è una figliastra degli USA, dove la pena di morte è di casa. Sì, è vero, ma iniziamo dall'Egitto. Iniziamo a rompere e non ad addormentare i rapporti con quel Paese. Almeno fino a quando non verrà invertita radicalmente rotta. L'Egitto è un Paese ostile ai diritti umani e va trattato come tale
invece di continuare a vantarsi degli oltre 2000 anni di amicizia che legherebbero la terra delle piramidi con la nostra penisola.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin...
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