Si legge con grande enfasi che "La loro tesi si è concentrata sulla
riprogettazione e sul riallestimento della Sala dei Cimeli nel
Sacrario militare italiano.
Il Sacrario è un edificio costruito per commemorare i caduti italiani
durante le battaglie di El-Alamain, che si sono svolte nel 1942 durante
la Seconda Guerra Mondiale."
Nel sito dell'Università di Padova si legge altresì che " Con una mozione approvata dal Senato accademico, l’ateneo si unisce
nella richiesta di chiarezza sui fatti che riguardano la morte di Giulio
Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto e sulle cui
circostanze ci sono ancora indagini in corso: “Due settimane fa è stato torturato e barbaramente ucciso in Egitto
Giulio Regeni, dottorando italiano che lavorava per l’università di
Cambridge. Se pure ancora non sono noti gli autori del delitto è ormai
evidente come Giulio Regeni sia stato ucciso a causa del suo lavoro di
ricerca, mentre cercava di capire e conoscere i movimenti sindacali, in
un paese in cui le libertà civili e politiche promesse dalla primavera
di piazza Tahrir sono ormai lontane. Il suo esempio ha colpito
profondamente la comunità accademica mondiale e non può che toccare in
modo particolare l’Università di Padova. La libertà di insegnamento e di
ricerca è stata la ragione della sua fondazione 794 anni fa, e quel
desiderio ardente di libertà è rimasto nel suo motto Universa Universis Patavina Libertas, Per
tutti e tutta intera la libertà padovana. Per questo stesso anelito di
libertà è morto a Giza Giulio Regeni. A nome dell’intera comunità
dell’università di Padova ci stringiamo attorno ai suoi cari e chiediamo
accoratamente al nostro governo di ottenere piena chiarezza su quanto
avvenuto”.
Università che è sempre stata attenta ai diritti umani. Ad esempio affida a
Leymah Gbowee, avvocata per i diritti delle donne in Africa e premio Nobel per la Pace 2011, la prima Padua Nobel Lecture del palinsesto Universa.
L’Università di Padova offre, dal 2016, un palinsesto annuale coordinato
di eventi che alterna in modo programmato e modulato rassegne
permanenti ed eventi festivalieri su diversi temi di interesse culturale
e sociale, anche di stretta attualità.
Ora, visto che la verità non è pervenuta, figuriamoci la giustizia, nel caso di Giulio, diventato simbolo contro le violenze subite dagli egiziani in materia di diritti umani e simbolo per la libertà di ricerca, quello che ci si chiede è se era proprio indispensabile sostenere una simile attività di ricerca in Egitto in questo momento. Certo, è ritornato l'ambasciatore, resa politica del governo italiano, ma dal mondo della ricerca, che era il mondo di Giulio, ci si aspetta qualcosa di più. Viste anche le importanti parole e per nulla scontate come espresse dall'Università di Padova. O forse no? Qualche perplessità sorge.
Marco Barone
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