C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

FVG: alcune criticità che compromettono i diritti della minoranza linguistica slovena.Se non sei visibile non esisti


In FVG si svolgerà la seconda conferenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica. L’articolo 10 della L.R. 16 novembre 2007, n. 26, prevede, al fine di verificare lo stato di attuazione degli interventi previsti dalla legge, di raccogliere proposte per l’adeguamento alle esigenze emerse e per definire nuove linee di indirizzo. A tal fine, il Presidente del Consiglio regionale convoca, almeno una volta ogni cinque anni e comunque non oltre sei mesi prima della scadenza della legislatura, la Conferenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica slovena, quale momento di partecipazione e di confronto fra i soggetti e gli organismi coinvolti nella trattazione delle problematiche del settore.

E' stata prodotta una documentazione significativa, certamente utile per comprendere lo stato attuativo o non attuativo della legislazione di riferimento in materia, le criticità che compromettono i diritti della minoranza linguistica slovena. E non sono mica poche.

Ad esempio nella relazione di Adriana Janežič si denuncia che "nel Rapporto statistico annuale della Regione A. FVG non si trova traccia delle comunità linguistiche, neanche con una semplice citazione della loro presenza, come se questa non fosse una Regione a Statuto speciale anche per la presenza di minoranza linguistiche, soprattutto ora, ad oltre 50 anni dalla sua costituzione, quando le motivazioni geopolitiche sono sostanzialmente superate e considerando altresì che 2 delle 3 comunità linguistiche del Friuli Venezia Giulia, quella slovena e quella friulana, tutelate già dalla L. 482/1999, sono specifiche ed esclusive della Regione A. FVG (mentre quella tedesca è presente anche in altre Regioni dell’arco alpino)."

Violazioni vengono registrate in materia di  dati anagrafici e similari.  "Non possiamo non sottolineare innanzitutto che l’articolo 12 della L.r. 26/2007 (Nomi, cognomi e denominazioni slovene) che assicura “ai cittadini appartenenti alla minoranza linguistica slovena la corretta scrittura dei nomi e cognomi, compresi i segni diacritici propri dell’alfabeto sloveno”, non sia ancora completamente attuato. Quindi se il problema delle carte di identità bilingui, anche elettroniche, e con accenti diacritici/strešice, è stato risolto nell’ultimo decennio, risultano ancora difficoltà burocratiche per la patente di guida e permane la mancata scritturazione del proprio cognome con gli accenti diacritici/strešice per quanto riguarda il passaporto, ma va rilevata anche una mancanza di accenti diacritici, per esempio, nei nominativi del personale pubblicati sul sito web della Regione A. FVG. Quindi a tutt’oggi quello che è uno dei diritti fondamentali sanciti dall’ONU e in tutti gli atti di indirizzo europeo e nelle leggi quadro italiane non è stato attuato."
Si denuncia, altresì, che  l’Amministrazione regionale dovrebbe assicurare  la presenza di personale con conoscenza di lingua slovena.  "Attualmente, a dieci anni dall’approvazione della legge, non risulta che siano stati indetti concorsi a tempo indeterminato per personale con conoscenza di lingua slovena che non solo attuerebbero lo specifico articolo e comma, ma assicurerebbero lo svolgimento amministrativo della legge."

Problemi si registrano anche dal punto di vista dei fondi.
Il  “Fondo regionale per la minoranza linguistica slovena” "a  tutt’oggi, a cinque anni di distanza e al momento della stesura della comunicazione, non risultano altri interventi finanziari da parte dell’Amministrazione regionale dimostrando, oltre a una limitata attuazione della norma, un evidente carattere occasionale e non programmatico."

E soprattutto si denuncia con gran forza il tema della visibilità.
"Vorremmo innanzitutto parlare di visibilità, perché dobbiamo ricordare l’importanza della visibilità per la comunità slovena sia nell’ambito della pubblica amministrazione che sul territorio, una visibilità che va promossa dalla Regione A. FVG perché rientra nei suoi compiti istituzionali. Sappiamo che se non si è visibili non si esiste, tanto più nell’attuale società mediatica, e la visibilità si collega immediatamente ai precisi diritti sanciti dalla normativa e dai principi ripercorsi all’inizio di questa comunicazione.
Quindi parliamo non solo della corretta scritturazione in lingua slovena di nomi e cognomi, ma anche di una precisa visibilità nell’organigramma regionale e nella struttura preposta alla parte predominante dell’attuazione della normativa di tutela, sia anche nello stesso sito web della Regione A. FVG perché la dizione “minoranze linguistiche”, o “lingue minoritarie”, non compare affatto nelle schermate iniziali del sito, e infine all’uso orale e scritto della lingua slovena nelle modulistiche interne alla Regione A. FVG, nelle pubblicazioni e nelle insegne pubbliche sul territorio. Si può considerare, sulla base di quanto analizzato, che nelle ultime tre legislature si è assistito sostanzialmente ad una progressiva riduzione della visibilità e tutto questo succede a 17 anni
dalla promulgazione della L. 482/1999 e a 15 anni dalla L. 38/2001."

Problemi emergono anche a livello di rappresentatività dove viene rimarcata la necessità di una maggiore democraticità e di un mutamento della rappresentanza della società civile che dovrebbe essere eletta direttamente dai cittadini appartenenti alla comunità slovena e che dovrebbe operare sulla base di un programma strategico.

Questi sono alcuni degli aspetti problematici che emergono in FVG, pensiamo alla questione delle bandiere che non vengono esposte lì ove vi è la comunità di riferimento, all'insegnamento dello sloveno nelle scuole, che andrebbe certamente potenziato.  Regione che deve la sua specialità anche allo sloveno, in una terra che ha le sue radici non solo nella cultura latina ma anche slava, cosa che per ragioni anacronistiche, superate dalla storia, tende ancora a non riconoscere a dovere.

Marco Barone

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