Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...
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Dal museo Egizio di Torino alla biblioteca di Barletta, si dedicano le sale a Giulio Regeni, l'Italia che non si arrende
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Il giallo è diventato il nuovo simbolo di questa nuova durissima resistenza. Si è scritto che il giallo conquista l'Italia, ed è vero. Dalle scuole, alle biblioteche, ai Comuni alle auto, ai balconi ai polsi delle persone.
Una tempesta di giallo in movimento, una tempesta che non vuol dare tregua e mai la darà a chi tenta la via della normalizzazione con quell'Egitto criminale dove tra condanne a morte, sparizioni e violenze inaudite si vorrebbero chiudere bocca, occhi e orecchie per intraprendere la via della dimenticanza, dell'oblio, del tanto non vi è più nulla da fare, del diventar amici come prima se non più di prima. Come ammazzare due o più volte chi è stato ucciso da un sistema criminale che si è attivato in tutti i modi leciti e non leciti per ostacolare la via della giustizia e della verità.
Intanto l'Italia che non si arrende, e che dopo 22 mesi dalla cattura ed uccisione di Giulio continua in ogni circostanza, luogo o momento, con piccole o grandi cose, dove nulla è mai superfluo, a pretendere e non semplicemente chiedere verità per Giulio e per lui per tutti coloro che hanno subito lo stesso trattamento disumano nella terra delle piramidi. E tra queste circostanze vi è quella di intitolare non in contrapposizione a qualcuno od a qualcosa, ma in modo profondamente propositivo, a Giulio anche delle sale nei luoghi della cultura, come accaduto a Torino, al museo Egizio, un luogo non casuale, come accaduto a Palmanova, come accaduto a Barletta e non solo e come accadrà in tanti altri luoghi.
Questo fiume è inarrestabile, non lo si potrà più fermare. Cambieranno i governi, cambieranno gli indirizzi politici, cambieranno gli ambasciatori, cambieranno gli uomini e le donne dello Stato, tutto è destinato a passare, ma non cambierà mai e non passerà mai la determinazione che accompagna giorno e notte la famiglia di Giulio e tutta la comunità internazionale che la sostiene ed è sempre più grande, cresce giorno dopo giorno, ora dopo ora.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
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