Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Dal museo Egizio di Torino alla biblioteca di Barletta, si dedicano le sale a Giulio Regeni, l'Italia che non si arrende



Il giallo è diventato il nuovo simbolo di questa nuova durissima resistenza. Si è scritto che il giallo conquista l'Italia, ed è vero. Dalle scuole, alle biblioteche, ai Comuni alle auto, ai balconi ai polsi delle persone. 
Una tempesta di giallo in movimento, una tempesta che non vuol dare tregua e mai la darà a chi tenta la via della normalizzazione con quell'Egitto criminale dove tra condanne a morte, sparizioni e violenze inaudite si vorrebbero chiudere bocca, occhi e orecchie per intraprendere la via della dimenticanza, dell'oblio, del tanto non vi è più nulla da fare, del diventar amici come prima se non più di prima. Come ammazzare due o più volte chi è stato ucciso da un sistema criminale che si è attivato in tutti i modi leciti e non leciti per ostacolare la via della giustizia e della verità.
Intanto l'Italia che non si arrende, e che dopo 22 mesi dalla cattura ed uccisione di Giulio continua in ogni circostanza, luogo o momento, con piccole o grandi cose, dove nulla è mai superfluo, a pretendere e non semplicemente chiedere verità per Giulio e per lui per tutti coloro che hanno subito lo stesso trattamento disumano nella terra delle piramidi. E tra queste circostanze vi è quella di intitolare non in contrapposizione a qualcuno od a qualcosa, ma in modo profondamente propositivo, a Giulio anche delle sale nei luoghi della cultura, come accaduto a Torino, al museo Egizio, un luogo non casuale, come accaduto a Palmanova, come accaduto a Barletta e non solo e come accadrà in tanti altri luoghi. 
Questo fiume è inarrestabile, non lo si potrà più fermare. Cambieranno i governi, cambieranno gli indirizzi politici, cambieranno gli ambasciatori, cambieranno gli uomini e le donne dello Stato, tutto è destinato a passare, ma non cambierà mai e non passerà mai la determinazione che accompagna giorno e notte la famiglia di Giulio e tutta la comunità internazionale che la sostiene ed è sempre più grande, cresce giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Marco Barone 


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