Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

E' necessario produrre una filmografia sulla resistenza e realizzare musei sulla sua storia

I tempi son mutati ed è di fondamentale importanza, per non rischiare di essere sommersi dall'ignoranza, dal revisionismo storico, dall'indifferenza,  trasmettere i valori della resistenza anche attraverso strumenti e mezzi che ad oggi per ragioni a dire il vero incomprensibili sono stati poco utilizzati. Libertà, uguaglianza, fratellanza, pace, riscatto morale ed etico del nostro Paese, internazionalismo, diritti dei lavoratori, diritti delle donne, diritti civili, ovvero antinazifascismo. Concetti che quotidianamente vengono sistematicamente e metodicamente messi in discussione. E' vitale, per la memoria umana storica attivarsi in ogni ovunque per promuovere una filmografia sulla nostra resistenza, necessità che viene espressa non solo da storici, ma anche da scrittori, registi, e cittadini, nonché promuovere spazi museali affinché si possano raggiungere con maggiore facilità e coinvolgimento, anche emotivo e fisico, le nuove generazioni. Esistono musei di ogni tipo in Italia, di quelli nazionalistici se ne perde il conto, quelli sulla resistenza si possono contare sulle dita di una sola mano. Stesso discorso per la filmografia, praticamente inesistente. Qualche tentativo recentemente si segnala invece in materia di romanzi storici, piccoli passi, ma siamo ancora lontani dal maturare in Italia, Paese dove non si ha un buon rapporto con la lettura, una produzione cospicua. 
Innovarsi mantenendo quel filo di continuità che possa legare passato e presente per raccontare quella liberazione che si festeggia il 25 aprile, ma che in diversi luoghi d'Italia è avvenuta dopo, perchè il 25 aprile ancora si combatteva contro il nazifascismo, come a Trieste e Gorizia, dove si dovrà aspettare il primo maggio per la liberazione di questi territori dall'occupante nazista e traditore della patria fascista, territori il cui contributo etico e morale è stato fondamentale per arrivare alla scrittura della nostra Costituzione. Viva la resistenza, viva il 25 aprile, il giorno più bello d'Italia.
Marco Barone

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