Una delle tante cavolate che capita di leggere in giro in questo periodo è che questo Governo ha avuto la colpa di spaccare il Paese, o che i Governi dovrebbero unire il Paese. Se qualcuno vuole il partito della nazione od una sorta di partito fascista in chiave 2.0, nulla da eccepire ( in un sistema che non ha mai abbandonato il sentimento fascista). Ma nella democrazia i governi non devono e non possono unire il Paese, salvo che non vi siano situazioni emergenziali come calamità naturali, e lo stesso discorso vale per le consultazioni referendarie. In Italia, con questo del 4 dicembre 2016, vi sono stati 72 referendum. E si può ben dire che sono più quelli che hanno diviso il Paese nel loro risultato che quelli che hanno unito. Certo, si obietterà, ma questa è una riforma costituzionale. Nel 2001 ha vinto il sì con il 64% dei voti, e 34% dei votanti, nel 2006 ha vinto il no con il 61 % dei votanti con il 52% circa dell'elettorato attivo. E si trattava di due referendum costituzionali. E quello del 2006 era molto simile a quello del 2016. Non ci si deve dimenticare che la riforma di cui al referendum del 4 dicembre è di impulso governativo, e questa cosa è aberrante, senza che poi abbia avuto alcun tipo di mandato a procedere in tal senso. Ma vi sono stati due anni di discussioni in Parlamento e molti di quelli che per opportunismo e capriccio politico si son schierati per il no, l'avevano ben sostenuta e votata questa riforma. Così come non deve stupire il venir meno della separazione tra potere esecutivo e legislativo, in casi eccezionali, come previsti nella riforma. Per decenni, destra e sinistra governativa, hanno abusato del sistema della fiducia e dei decreti legge. Ed i disegni di legge sono spesso di impulso governativo ed i decreti attuativi sono governativi. Dunque, sostanzialmente questa separazione era venuta meno da tempo, certo con la riforma la si legittima dal punto di vista costituzionale. In quella Costituzione che non è la più bella del mondo, non lo è mai stata, ma è sicuramente la meno applicata nei suoi punti vitali e fondamentali, e certamente è quella che più si apre a contraddizioni ed interpretazioni che ne consentano, spesso, il raggiro o meglio l'affermazione volta ad assecondare i poteri forti di questa società o specifici interessi. Io sono contrario a procedere con una Assemblea Costituente, oggi. Con chi cavolo la si deve fare? Visto il quadro politico del Paese? Con i qualunquisti dei 5stelle? Con la lega nord? Con Forza Italia? Con il Pd? Con Fratelli d'Italia? Con chi?
Poi se uno vive su Marte è legittimato a sostenere tutto quello che vuole e ci mancherebbe. Le utopie sono ammesse, ma la realtà è più dura e beffarda. Comunque vada dopo il 4 dicembre politicamente non sarà più nulla come prima, per il resto i problemi del Paese saranno sempre gli stessi, strade bucate, frane, case terremotate, disoccupazione alle stelle, minoranza maltrattate, intolleranza e razzismo che crescono, diseguaglianze strutturali, con la politica della modernità a passo di gambero che continua. Più si avanza nel progresso, più si ritorna indietro nei diritti civili e sociali e nelle libertà. E la corda si sta spezzando.
Marco Barone
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