Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Riforma costituzionale: ecco perchè è a rischio l'autonomia e la specialità del FVG


Si è svolta  a Ronchi, una importante iniziativa a sostegno del no al referendum costituzionale, organizzato da Sinistra per Ronchi- Rifondazione Comunista con le relazioni di Raffaele Tecce della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, e l’avvocato Ottavio Romano membro del Comitato goriziano per il NO al Referendum e segretario provinciale del PCI.  Una delle cose più rilevanti che vengono ben evidenziate in tutte le iniziative a sostegno del NO alla riforma costituzionale, oltre al noto combinato disposto tra legge elettorale e riforma costituzionale, diabolico, ( e comunque anche senza combinato disposto, la riforma che richiama in mente per diversi aspetti quella della P2 è ugualmente inaccettabile) è quella che riguarda la specialità del FVG. 
Ad esempio l'articolo 117 della Costituzione è stato riscritto in modo invasivo nei confronti dell'autonomia delle Regioni, e tale invasività incide anche su quella delle Regioni a Statuto Speciale, poiché non esiste nessuna norma espressa, chiara e tassativa di salvaguardia di tale specialità in merito a quanto ora scriverò. Quando si scrive che è materia riservata allo Stato centrale la questione inerente la realizzazione di infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale, il dado è tratto. Cosa significa ciò? Che se a Roma decidono che a Trieste si deve fare il rigassificatore, od a Ronchi e Monfalcone la TAV con oltre 20 km di gallerie nel nostro Carso, e se tali opere vengono considerate di interesse nazionale, il parere della Regione, degli enti locali, non conterà un semplice fico secco od amaro che esso sia. Insomma quanto accaduto nel 2012 con la legge di stabilità, quando si è normato che per assicurare la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione e garantire, a tal fine, il regolare svolgimento dei lavori del cunicolo esplorativo de La Maddalena, le aree ed i siti del Comune di Chiomonte, individuati per l’installazione del cantiere della galleria geognostica e per la realizzazione del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione, costituiscono aree di interesse strategico nazionale, ciò rischia di essere la normalità e non ci sarà specialità che potrà tenere. E ciò è anche confermato dalle disposizioni transitorie della riforma costituzionale, perchè quelle disposizioni della riforma costituzionale si applicheranno pienamente nel momento in cui si realizzerà la revisione  degli statuti sulla base di intese con le medesime Regioni interessate e Province autonome. Insomma, quando si dice che la specialità del FVG non è compromessa dalla riforma costituzionale, questa è una grande baggianata.
Marco Barone @ilKontrastivo

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