Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

A Trieste tramonta il sole, insieme ai diritti, ma non tramonta la voglia di resistere. #Noncifaremoumiliare


Poteva essere una giornata splendida questa di metà ottobre a Trieste. L'Ursus che si rispecchia in ciò che rimane di una piccola pozza d'acqua

una nave da crociera è lì pronta a salpare mentre i gabbiani svolazzano senza infastidire i passanti di Trieste.


Trieste è in grado di essere una cornice meravigliosa. Ma oggi non lo è stata per Davide e Claudio. Dovevano sposarsi. Sì, è vero, la legge sulle unioni civili non prevede un vero e proprio matrimonio, sì è vero, è una legge imbarazzante e piena di omissioni, figlia della mancanza di coraggio perchè ostaggio di quella cultura religiosa che lancia anatemi contro l'inesistente teoria gender. Ma l'articolo 3 della Costituzione va oltre ogni legge ordinaria. Ed in Italia, come ha recentemente ricordato la Commissione Europea contro il razzismo non è applicato. Ed a Trieste lo abbiamo ben visto. Non che prima fosse tutte rosa e fiori. L'omofobia in questa città è sempre stata un problema. Ma ora la situazione peggiora, peggiora in armonia con quello che accade nel resto d'Europa e di un mondo che vuole un nuovo Limes e rischia una guerra catastrofica. Dovevano sposarsi, veder formalizzare il loro atto d'amore. Ma la sala matrimoni no se pol. No se pol per le coppie omosessuali. Se pol per le conferenze stampa, se pol per i matrimoni civili, ma per il resto no. Se pol però una bellissima sala di un palazzo museale, lontano dal salotto buono di Trieste, vicino a ponte curto, lì ove meglio si vede tramontare il sole.
Quel sole che molti sulla punta del molo audace in tale fine giornata hanno immortalato mentre fuggiva da una Trieste avvolta dal buio dell'odio e dell'intolleranza. Ma #noncifaremoumiliare è un nuovo e piccolo atto di resistenza. Si dovrà aver pazienza, tenacia, forza. Questa non è più la battaglia di Davide e Claudio, questa è una battaglia all'interno della guerra per i diritti civili dove le parole, come ha ricordato Davide, pesano e peseranno più delle canoniche armi e pietre. E la forza delle parole, della indignazione, travolgerà la meschinità di quella politica di un becero sistema reazionario che denigra l'immagine di Trieste a livello nazionale ed internazionale.

Marco Barone @ilKontrastivo

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