Non è un film dell'orrore. Ma la brutale realtà. Polizia francese che nelle spiagge invita le donne a togliersi il burkini, sanzionandole, in Italia si propone il mostruoso fertility day, ed anche la collocazione del crocifisso in ogni ovunque.Già. Parto da questo ultimo atto. Una proposta di legge leghista, depositata in Parlamento, che prevede praticamente la collocazione del crocifisso in ogni luogo, mancano solo i bagni, e se lo rimuovi rischi una sanzione fino a 1000 euro. Eppure non si deve dimenticare, come ha insegnato la storia che “ il Fascismo è veramente benemerito della religione; il Fascismo appena divenuto Governo riportò il Crocifisso nelle scuole, ed è partendo da questo primo atto che siamo poi arrivati alla Conciliazione; perché la Conciliazione si era già prima compiuta nello spirito in quanto il Fascismo aveva tradotto in varie leggi dello Stato quelli che sono i precetti fondamentali della religione cattolica.”Queste le parole espresse da un deputato nel 1929. E come è noto il presunto obbligo di esporre il crocifisso nelle aule risale ad un’epoca anteriore all’unità d’Italia. Poi, disposizioni amministrative ancora in parte vigenti, e che non sono atti giuridici primari, nonostante la caduta del fascismo e l'avvento della Costituzione, ne hanno sancito la pseudo-diffusione in alcuni luoghi pubblici, e comunque nella scuola secondaria superiore - non è prevista l'esposizione del crocifisso o consentita da alcuna norma né legislativa né regolamentare, dal momento che i regi decreti fascisti non riguardano questo grado di scuola. La laicità, la neutralità dello Stato va garantita. Il crocifisso è considerato come arredamento quando va bene, come simbolo della “civiltà europea” quando va male. A parer mio non è né arredamento, perché ciò è irrispettoso verso la religione, né simbolo della civiltà europea, perché le nostre radici sono multiformi, variegate, è nel cosmopolitismo che hanno trovato la loro forza, nella laicità, nella neutralità. Ma i tempi odierni corrono nella direzione opposta a questi valori fondanti ogni democrazia. Il problema è, ad esempio, il velo, pur essendo chiare le leggi in materia ed anche le sentenze, che ne legittimano, ad oggi, l'utilizzo. Ad esempio il tribunale di Cremona nel 2009 ha in
sostanza affermato che la donna che in luogo pubblico (in un aula di
tribunale) indossa il burqa – tradizionale velo islamico che copre
interamente il volto, lasciando visibili solo gli occhi – non viola
alcuna disposizione della l. n. 152/1975, in materia di ordine pubblico. Non è il problema, invece, l'affissione nel luogo pubblico del simbolo religioso per eccellenza. Un conto sono i diritti individuali, un conto la neutralità dello Stato e delle sue articolazioni. Se non si rispetta la neutralità dei luoghi pubblici a rischio è la democrazia stessa. Processi reazionari, repulsione del diverso, reticolati e filo spinato contro i profughi, crociate, razzismi di ogni tipo, imposizione di regole reazionarie, confondere l'integrazione con l'omologazione, comporta l'indebolimento della nostra società democratica. E per questo che è auspicabile che a partire dalle aule dei nostri Consigli Comunali, perchè il Comune è il primo bene comune esistente, venga rimosso il crocifisso, per rispetto della neutralità, della laicità e della democrazia.
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