Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Una bella ruspa per la Stella Matutina di Gorizia



Non si tratta qui di fantomatici templari, di ordini esoterici, che a causa di diverse scissioni fondarono nei primi anni del '900 la Stella Matutina, ma di quel complesso decadente, fatiscente, pericolante, squallido collocato a pochi metri dalla nota Chiesa del Sacro Cuore, curata da Fabiani. Squallore, decadenza, pericolosità abbandonate alla politica dello scarica barile. Tra proprietà divise, situazioni di incomunicabilità, vincoli tenui o rigidi, l'unica cosa certa è che quella struttura prima o poi cederà da sola e senza preavviso, anche se di segnali, a dirla tutta, nel corso del tempo ve ne sono stati. Prato incolto, gatti che si dilettano a cacciare ratti o chissà cosa, ma svolti l'angolo e sei nel salotto della italianissima Gorizia, che più italiana non si può ed il caso della Stella Matutina ne è l'evidenza pura. In questo periodo si è tanto parlato in Italia di ruspe, pensate però contro i centri sociali, contro coloro che turbano il decoro. Razzismo puro e becero. Ma per una volta che le ruspe andrebbero invocate seriamente, chi oserà farlo? Contro il degrado reale? 
E non quello strumentale a politiche razziste ed autoritarie? Sono anni ed anni che quel posto è diventato a Gorizia una sorta di dilemma esistenziale, anche se di luoghi fatiscenti ve ne sono altri. Ma quella Stella Matutina, tramontata nel buio più profondo del non voler fare, è il simbolo di come le cose funzionano in Italia, male. 
Poi, si dirà, cosa farne di quell'area? Un bel giardino non guasterebbe mica, o forse sì, i piani di qualche speculatore od immobiliarista, chissà.

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