C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

L'Inter è ora made in Cina. Si tratterà di un goal od autogol per il nostro calcio?



E' una svolta epocale, per quanto riguarda l'Italia calcistica, ma anche finanziaria. E' innegabile dirlo, vi è stata una grande diffidenza da parte dei più verso i capitali cinesi, come se i capitali accettabili fossero solo quelli americani, russi, arabi. Quelli europei? Non pervenuti. Italiani, neanche a dirlo. La situazione è questa. Se una squadra di calcio vuole competere ai massimi livelli deve avere a disposizione tanto danaro, perché la follia del e nel calcio è andata ogni oltre limite concepibile. Basterebbe mettere un tetto agli stipendi, basterebbe mettere un tetto ai valori dei cartellini dei giocatori, basterebbe porre dei razionali limiti per rendere il calcio più fruibile, divertente ed "umano". Continua su Blastingnews




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