La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Togliatti scrisse il 30 aprile del 1945: “il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici”

Il 30 aprile 1945 la direzione del Partito Comunista d'Italia, inviava un comunicato ai lavoratori ed alle lavoratrici di Trieste dopo che era giunta voce, come ribadita anche da radio Belgrado, che Trieste, come poi accadrà, stava per essere liberata dai partigiani Jugoslavi. Palmiro Togliatti così scriverà il 30 aprile del 1945: “il vostro dovere è di accogliere le truppe di Tito come truppe liberatrici e di collaborare con esse nel modo più stretto per schiacciare ogni resistenza tedesca o fascista o condurre a termine al più presto la liberazione della vostra città.
Evitate ad ogni costo di essere vittime di elementi provocatori interessati a seminare discordia tra il popolo italiano e la Jugoslavia democratica. 
Italiani e Jugoslavi hanno oggi un compito comune: quello di schiacciare le ultime resistenze tedesche e farla finita per sempre con il fascismo.
Se sapremo lavorare e combattere insieme per questo, se sapremo punire noi stessi i responsabili dei delitti commessi dal fascismo contro la Jugoslavia, riusciremo senza dubbio a risolvere in comune tutte le questioni che interessano i due popoli nel reciproco rispetto delle due nazionalità”.
Un documento prezioso, che riconosce ai partigiani Jugoslavi il ruolo determinante di liberatori ed invitava gli italiani a mobilitarsi per punire e reprimere e sanzionare tutte quelle violenze compiute per quell'italianità forzata che ha comportato una vera e propria pulizia etnica contro serbi,sloveni, croati e montenegrini e non solo in tutto il Friuli Venezia Giulia e zone limitrofe.

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