Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Scuola: lo sloveno andrebbe insegnato in via obbligatoria nelle scuole del FVG

Con la caduta del fascismo, regime violento,specialmente nei confronti delle comunità slavofone, lentamente, nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, hanno ritrovato vita le scuole con lingua di insegnamento slovena, nonché con insegnamento bilingue sloveno-italiano. Il Ministero per l’Istruzione della Repubblica di Slovenia segue con attenzione le istituzioni scolastiche in lingua slovena della regione e le sostiene. A tale scopo organizza, come si può leggere nella pagina dedicata dell'USR FVG “ seminari di formazione sia in Slovenia che a Trieste o Gorizia, conduce escursioni per gli studenti e per gli insegnanti e ogni anno mette a disposizione otto borse di studio annuali dedicate agli insegnanti delle scuole slovene in regione al fine di offrire loro delle opportunità di aggiornamento linguistico e pedagogico-didattico presso gli istituti universitari sloveni”. Il Friuli Venezia Giulia confina con la Slovenia, piccolo ma importante Stato raggiungibile in pochi minuti da Trieste o Gorizia o Tarvisio, per esempio. Quando ti rechi in Slovenia e sono tanti gli italiani a recarsi in questo Stato per diverse ragioni, noterai che gli sloveni del luogo comprenderanno e parleranno l'italiano, mentre l'italiano medio conoscerà, al massimo, due o tre parole di cortesia in sloveno. Ed è chiaro che arrivati ad una certa età, per diversi motivi, è difficile riuscire ad imparare una lingua nuova, cosa diversa è invece iniziare sin da piccoli a studiare una nuova lingua. Sono pochissime le opere slovene tradotte in italiano e sono poche le scuole italiane del FVG che insegnano lo sloveno anche come materia integrativa nel piano dell'offerta formativa ivi considerata. Sarebbe, a parer mio, giusto, che nelle scuole italiane del Friuli Venezia Giulia, almeno in tutte quelle rientranti nei comuni e nelle province confinanti con la Slovenia, si insegnasse lo sloveno come materia obbligatoria, almeno nei primi due cicli di scuola, mantenendo integre le scuole slovene e quelle bilingue con le loro specificità. Andrebbe inserita questa lingua come materia di studio, affinché, le generazioni del futuro, possano avere delle basi, per comunicare, per rendere concreti gli scambi culturali, sociali, con i vicini sloveni. Sarebbe un bel gesto, d'integrazione, ma anche di civiltà, visti anche i pregressi storici nefasti e tutte le violenze che gli sloveni, in primis, hanno subito, a causa del razzismo e del fascismo della solita “brava gente”. Conoscere la cultura di un popolo vicino, attraverso il dialogo, la comunicazione, la lingua, è il primo passo per solidarizzare è il primo passo verso quella fratellanza che dovrebbe caratterizzare la multiforme Unione Europea.
Piccoli passi di civiltà ed integrazione.


Commenti

  1. Sono d'accordo con te Barone!Ti aspetto nel mio blog http://bardo-lusevera-news.blogspot.it/

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