Partendo
dalla Calabria raggiungeremo Fiume per poi fermarci a Ronchi dei
Legionari, provincia di Gorizia. Attraverso una lettura critica
dell’impresa di occupazione fiumana e del personaggio D’Annunzio,
metteremo in discussione la denominazione «dei Legionari», cercando
di restituire la giusta dignità a un luogo, a una comunità, a una
cittadina che ha lottato contro il fascismo, per quella libertà che
va difesa anche attraverso i simboli, proprio quello che ci
accingiamo a fare. In
uno dei commenti apparsi, lo storico e studioso triestino, Piero
Purini,
autore, tra le tante cose di “metamorfosi etniche I
cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria.
1914-1975” così scrive: “A quanto ne so, per cambiare la
denominazione di un paese non basta nemmeno il referendum della
popolazione residente: ci vuole uno specifico provvedimento del
parlamento. Ad esempio Dolina in provincia di Trieste, una decina di
anni fa ha modificato la propria denominazione imposta dal fascismo
(San Dorligo della Valle) imposta dopo il 1918 attraverso un
referendum a cui la popolazione locale partecipò e votò con
percentuali “bulgare” a favore del cambio. Ora, nel paese, ci
sono tutti i cartelli che riportano il nome “Dolina”, ma sia in
autostrada che nelle carte geografiche resta il nome “San Dorligo”
perchè non c’è una legge del parlamento che sancisca la decisione
popolare. Dunque temo che una decisione analoga per quanto riguarda
Ronchi risulti alquanto difficile”. Facendo
una breve ricerca emerge che nel nel
XVI secolo si inizia ad affermare, per questa località, il nome di
San Dorligo, pur essendo sempre noto con il nome sloveno Dolina che
significa valle. Ma nel 1923 assunse ufficialmente la denominazione
di San Dorligo della Valle. Però il 3 luglio 2002, dopo un
referendum popolare, al centro abitato veniva restituita la
denominazione di Dolina, ma a livello nazionale rimarrebbe la
denominazione San Dorligo della Valle.
Nel
sito del Ministero dell'Interno, ad esempio, più volte emerge la
sola indicazione San Dorligo della Valle.
Ed
è logico che nell'immaginario collettivo, anche per semplificazione
comunicativa, specialmente per chi non è di queste parti, quel
comune verrà chiamato semplicemente San Dorligo della Valle ed
identificato come tale.
Eppure
con la consultazione referendaria i cittadini elettori
del Comune esprimono la loro volontà ed i loro orientamenti in
merito a temi, iniziative, programmi e progetti di interesse generale
della comunità. E la Corte
Costituzionale , con la sentenza 19.07.2004 n° 237 ricorda e
ribadisce che per
modificare la denominazione del comune occorre sentire le popolazioni
interessate, con l'obbligo quindi, di procedere a tal fine mediante
referendum. Ora, sappiamo bene che i referendum in Italia vengono
spesso raggirati. Ad oggi la popolazione, in Dolina, è in
maggioranza di madrelingua slovena. Il Cambio della denominazione è
avvenuto, più che, come accaduto per Ronchi nell'ottica della
romanizzazione dell'Italia fascista, probabilmente primo comune a
mutare nome anche per tale spirito, per sanzionare la comunità
slovena e ribadire il carattere dell'italianità di quel luogo in
armonia con la pseudo tradizione religiosa essendo san Dorligo una
sorta di storpiatura di Sant'Ulderico patrono del paese . Nello
Statuto del Comune, però, la denominazione sarà la seguente: Il
Comune di San Dorligo della Valle – Občina Dolina. E
pensare che uno dei motivi che ha determinato l'impresa di Fiume,
come sostenuta dall'irredentismo, dalla massoneria che vedeva
l'ultimazione del Risorgimento, e dal chiaro spirito nazionalistico,
razzista, e più o meno imperialista precursore del fascismo, è stato il fatto
che a Fiume la maggioranza della popolazione lì residente fosse
italiana.
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