Ronchi conobbe la distruzione della grande guerra, che memoria ne è rimasta oggi di quella devastazione?

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   Ronchi fu tanto in prima linea, quanto retrovia in quella maledetta guerra, e fu anche oggetto di bombardamenti che distrussero decine di abitazioni e procurarono decine di vittime civili. E beffa nella beffa, la popolazione, che in parte riuscì a fuggire a Wagna, in Austria, allo scoppio della guerra, rimase imprigionata nei confini comunali a causa dell'esplosione della colera. Ben 2500 cittadini, praticamente la metà della popolazione, bloccata in un territorio in prima linea durante la guerra a causa del colera che nell'agosto del 1915 cagionò una trentina di morti come la storia ha ben raccontato nel corso del tempo. Oltre 500 furono i soldati che persero la vita sul territorio ronchese in quel maledetto conflitto nazionalistico. Eppure saranno passati poco più di cent'anni ma è come se non fosse mai accaduto quell'evento, come se quella distruzione non ci fosse mai stata, eppure c'è stata come la memoria fotografica del tempo ha ricordato e continua...

Il cartello Ronchi all'uscita del casello è arrivato...ma c'è ancora molto da fare, dall'aeroporto alle indicazioni stradali

 


L'unione di forze, tra rete, politica e dialogo amministrativo, ha portato ad un piccolo ma atteso risultato. Su una questione semplicemente inspiegabile che dura da decenni. Finalmente, all'uscita del casello autostradale, è stato collocato il cartello che indica l'uscita per Ronchi. Perchè il casello si trova  in condivisione  a livello amministrativo tra il Comune di Ronchi e quello di Fogliano Redipuglia, ma è indicato, non si sa per quale ragione, solamente come Redipuglia, c'era ed è rimasta l'indicazione Monfalcone ovest, ma non c'era quella di Ronchi. Ma da fare c'è ancora tanto. La segnaletica che annuncia l'uscita a Ronchi deve essere ancora aggiornata, sia verticale  che orizzontale, il nome del casello autostradale è ancora solo Redipuglia e non  Ronchi, che è la città sede dell'aeroporto regionale, che impropriamente, per ragioni commerciali, è stato indicato come Trieste Airport, come se Udine ed il Friuli non esistessero, essendo tra l'altro Ronchi praticamente equidistante tra le due città. Poi, ovviamente, c'è la questione del suffisso "dei Legionari", ma questa è una storia diversa che richiederà tempo, dopo cent'anni di imposizione falsamente identitaria e nazionalista voluta dal fascismo per celebrare l'occupazione italiana di Fiume da parte di D'Annunzio, dove a Ronchi ha dormito neanche otto ore, che ha storpiato in modo grossolano la storia di questa località bisiaca sede dell'aeroporto regionale di cui non riporta neanche il proprio nome. Ed i nomi dei luoghi sono importanti e non vanno presi alla leggera come è stato per diversi aspetti fino ad oggi dove si è determinato un pasticcio clamoroso. Va dato atto e riconosciuto all'attuale amministrazione ronchese di aver avuto la giusta sensibilità sul punto, ma c'è ancora tanto da fare per sanare questa incredibile situazione.

mb

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