La strage di Vergarolla, se ancora oggi non si riesce a collocare una lapide con i nomi delle vittime

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Mentre a Capodistria non si riesce a porre una targa sulla casa ove nacque Nazario Sauro, c'è chi propone addirittura di restituire alla città una statua di Sauro, noto capitano antiasburgico, il cui monumento, imponente, venne fatto saltare in aria dai nazisti, a Pola, ancora oggi, a 79 anni dalla strage di Vergarolla, non si riesce a porre una targa che ricordi i nomi delle vittime. Una strage che ancora oggi continua a dividere gli storici, tra chi sostiene che gli artefici furono gli jugoslavi, chi fu atto di incuria degli inglesi, chi, opera di fascisti italiani, chi, un semplice e catastrofico incidente, l'unica certezza è che a perdere la vita furono un centinaio di innocenti di cui vennero identificati in 64 e un terzo delle vittime furono  bambini. Tutto ciò è semplicemente scandaloso soprattutto per un Paese che ha introdotto l'Euro, che è europeo e dove la minoranza storica italiana continua a subire delle ingiustizie importanti o degli accontentini come nel caso...

Monfalcone: si conferma una piccola città laboratorio per l'estrema destra


Oramai non è più una domanda, ma una constatazione dei fatti, della realtà. Monfalcone, che aspira alla medaglia d'oro al valor civile per il contributo dato nella Resistenza, è diventata a tutti gli effetti un laboratorio politico e sociale dell'estrema destra. Il prima gli italiani, di casapound memoria, sembra essere un niente rispetto a quello che sta accadendo da tempo in questa città periferica d'Italia, dipendente in toto dal cantiere navale, senza il quale, non avrebbe più anima e corpo. Identità, nazionalismo, dio, patria e famiglia, ordine e disciplina, e chi più ne ha, più ne metta. Mentre nel resto d'Italia faticano i partiti ad avere delle sedi, a Monfalcone, vi è quella di Fratelli d'Italia, dopo il boom con le politiche nazionali, vi è la sede della lega nord, che da due mandati esprime il sindaco, vi è  una sezione di Forza Nuova, e vi è soprattutto una città che sta vivendo una tensione sociale inedita dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, in relazione al duro scontro in corso tra la comunità islamica e l'attuale amministrazione comunale, battaglia finita a colpi di sentenze in tribunale e dialogo oramai che avviene solo in via epistolare o con articoli sulla stampa. E stiamo parlando di una comunità di migliaia di persone non di quattro gatti. Monfalcone è un chiaro laboratorio politico e sociale dell'estremismo politico di destra, quello che oramai si afferma anche in Europa e nessuno ha la ricetta giusta per invertire la rotta intrapresa da questa cittadina che si pone nel mezzo tra Friuli e Venezia Giulia, un tempo contesa dagli jugoslavi e italiani, oggi, invece, solo dai venti della banalità di una retorica che ha portato solo intolleranza, muri e divisioni. A Monfalcone sono ritornati i confini. 

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Commenti

  1. Più che altro un laboratorio di pipponi per i sinistri.
    Monfalcone è sempre stato storicamente un feudo della sinistra, mio papà originario di lì votava sinistra, ma gli ultimi anni votava lega. La sinistra si è mangiata tutto il consenso elettorale che aveva, e come se non bastasse continuano a candidare le stesse persone.
    Bene che vinca la DX, la Sinistra è giusto che sia punita.

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  2. Bene la vittoria della destra, bene la candidatura di Konate.
    Con essa la sinistra Monfalconese è riuscita a farsi sfanculare persino da quelli di cui dice di difendere gli interessi. Ma si sa, per la sinistra gli immigrati sono come i kenyoti di Karen Blixen: va bene l'integrazione, ma devono stare al loro posto, come cani addestrati. Chissà quando la sinistra comincerà a farsi un esame di coscienza e comincerà a riprendere consenso. Probabilmente mai

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