Operazione nostalgia jugoslava con il Galeb di Fiume un viaggio nel tempo in un mondo difficile


Operazione sostenuta economicamente in parte dall'Europa, in parte dalle casse comunali di Fiume, iniziata quando c'erano le kune, finita con l'euro, il Galeb, la nave di rappresentanza della Jugoslavia di Tito è ritornata a Fiume ed è pronta a divenire uno spazio museale che racconterà ciò che è anche stata questa nave, ma ospiterà anche eventi e mostre su tutt'altra direzione. Costruita e varata nel 1938 presso i cantieri Ansaldo di Genova, in Italia, funzionando come nave da trasporto. All’inizio della seconda guerra mondiale, la nave venne convertita in una nave da guerra, prima come incrociatore da battaglia ausiliario. In seguito alla capitolazione dell’Italia, la nave fu catturata dai tedeschi e rinominata in Kiebitz e convertita in posamine. Nel 1944, la nave posò oltre 5mila mine nel Quarnero e nell’Alto Adriatico. Il 5 novembre 1944, la nave venne affondata nel porto di Fiume colpita nei bombardamenti alleati. È stata recuperata dal fondo marino nel 1947 dalla compagnia Brodospas di Spalato. Dopo la ricostruzione presso il cantiere navale ‘Scoglio Olivi’ di Pola, la nave prese il nome di Galeb ed è diventata la nave scuola della Marina militare jugoslava. Nel 1953 la nave divenne l’unità navale di rappresentanza di Tito. La disposizione delle stanze e delle attrezzature è stata adattata a questo scopo. Una nave che per chi ha vissuto il regime jugoslavo come una pagina oscura  rappresenta una chiara operazione di nostalgia insensata nell'Europa odierna, che da un lato mette al bando i simboli comunisti  equiparandoli a quelli nazisti e dall'altro finanzia navi simbolo del regime comunista jugoslavo. Come ricorda il sito del comune di Fiume  la nave è rinomata come le residenza marittima del presidente jugoslavo Josip Broz Tito. Dal marzo 1953, quando salpò per fare la sua prima visita in Gran Bretagna, Tito fece 14 viaggi con la nave “Galeb”, visitando 18 paesi in tre continenti: Europa, Asia e Africa. Durante queste visite la nave ospitò molti capi di stato, come il primo ministro inglese Winston Churchill, Re Paolo di Grecia e regina Federica di Grecia, Haile Selassie, imperatore etiope e il re del Marocco Hassan II, come pure molti presidenti dei paesi non allineati, Gamal Abdel Nasser, Jawaharlal Nehru, Ahmed Sukarno, generale Abboud, Kwame Nkrumah, Habib Bourguiba, Sirimavo Bandaranaike, U Nu, Ne Win, Modibo Keita, Sekou Toure, l’arcivescovo Makarios, e anche Nikita Khrushchev, premier Sovietico.


Il significato storico della nave “Galeb” si estende a livello internazionale poiché sulla sua coperta è nato il movimento non allineato. Oltre agli statisti, la nave Galeb ospitò molti scienziati, artisti e ufficiali militari di alto livello di fama internazionale. L’ultimo viaggio di Tito con questa nave risale al 1979. Il 10 ottobre 2006, il Ministero della Cultura ha dichiarato la nave “Galeb” patrimonio culturale. Nel 2009, la città di Fiume è diventata proprietario del patrimonio culturale “Galeb”. Dal giugno 2017 la nave Galeb fa parte del progetto intitolato “Valorizzazione turistica dei monumenti di rilievo del patrimonio industriale fiumano” . I lavori sono andati ben oltre i tempi di consegna originari, previsti in prima battuta nel gennaio 2023. Il tutto si inserisce in un contesto geopolitico complesso, con il ritorno di simbolismi e gestualità nazifasciste, con il fascismo ritornato al potere per il tramite della burocrazia, in giacca e cravatta, e chissà che dall'operazione Galeb non possa rinascere un sentimento nuovo in un mondo dove oramai l'unica ideologia esistente e dominante è quella capitalista con il nazifascismo usato a proprio uso e consumo. Non essendoci più il comunismo, d'altronde, nel mondo, esiste oramai una sola narrazione, con la democrazia che è stata usata suo malgrado da scivolo per il ritorno al potere di politiche reazionarie che sognano proprio di affossare la democrazia. Verrebbe da dire, sarà il Galeb a salvarci oppure con il Galeb si affonderà definitivamente?
mb
 

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