In Italia non si parla più d'Egitto ma stiamo continuando a difendere e ad armare la dittatura militare di Al Sisi
Mentre il processo per Giulio continua il suo cammino, nonostante l'assenza totale di collaborazione da parte del governo egiziano, non può non riscontrarsi che la normalizzazione dei rapporti tra Italia ed Egitto non solo è oramai consolidata ma a tutti gli effetti il nostro Paese contribuisce con l'Occidente alla difesa della dittatura militare di Al Sisi che per le riforme costituzionali a livello elettorale arriverà sicuramente fino al 2030 e difficilmente mollerà il potere anche dopo. L'ultima volta che si è citato Giulio nel sito governativo egiziano è addirittura il gennaio del 2023 quando incontrando l'ambasciatore Quaroni si scrisse: "L'incontro ha anche toccato il caso del Regeni e la cooperazione degli studenti italiani per trovare la verità e servire giustizia". Come ben sappiamo siamo nel mondo delle balle colossali, perché da parte egiziana il muro è sempre lo stesso e di accordi di cooperazione giudiziaria neanche l'ombra, mentre continuano a fiorire quelli commerciali e soprattutto sul fronte militare. Sulla base dei dati CAPMAS (Agenzia egiziana di statistica), prendendo in considerazione l’interscambio totale, nel 2021 l’Italia si e’ confermato il primo partner dell’Egitto tra i paesi del’UE. A livello globale, l’Italia è stato il quinto paese partner (dopo Cina, Arabia Saudita, USA, Turchia). L’Italia è inoltre il secondo paese di destinazione delle merci egiziane, dopo la Turchia e prima dell’India. Sempre secondo la fonte CAPMAS, l’Italia scende all’8* posto come paese fornitore dell’Egitto. Ad ottobre 2024 si è registrato un nuovo accordo tra ENI ed Al Sisi che ha elogiato il rapporto tra Egitto e azienda, "che riflette la forza della cooperazione tra Egitto e Italia in vari campi".
Al Sisi ha evidenziato l’entusiasmo dell’Egitto sul continuo sviluppo del clima di investimento nel paese da parte anche italiana. A marzo 2024 una nota del gruppo navalmeccanico Fincantieri ha fatto sapere che il gruppo triestino e il cantiere navale di Alessandria d’Egitto hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding (MoU) a Doha. “Il Mou è volto a definire i principi per le discussioni che si concentreranno principalmente sulla ricerca di nuove opportunità con il cantiere navale di Alessandria per la costruzione di nuove navi da parte del cantiere navale di Alessandria o di altre strutture, da concordarsi reciprocamente. La collaborazione si focalizzerà su possibili nuovi Programmi per la Marina Egiziana concernenti qualsiasi tipo di nave di interesse” ha spiegato la nota. La firma è avvenuta tra il direttore generale Navi Militari di Fincantieri, Dario Deste, e il Contrammiraglio Hossam El-Din Ezzat Kotb, presidente e Ceo, per conto del cantiere navale di Alessandria d’Egitto, in occasione della Doha International Maritime Defence Exhibition & Conference. “Il cantiere navale di Alessandria d’Egitto ha una lunga esperienza nel comparto della navalmeccanica militare e mercantile, avendo costruito moderne corvette per la Marina Egiziana. Costruisce inoltre navi multipurpose di vari tipi e dimensioni, impianti di trivellazione offshore e piattaforme petrolifere” riferisce l’annuncio dei due gruppi. D'altronde è noto che il complesso militare-industriale egiziano ha goduto di una crescita sostanziale nell’ultimo decennio a causa del sostegno del governo e della necessità di mantenere le forze militari modernizzate. La Korea Aerospace Industries (KAI) ha proposto il suo velivolo F-50 Golden Eagle e T-50, mentre l’italiano Leonardo è in competizione con le sue piattaforme M-345 e M-346. Per non parlare delle esportazioni di armi che vedono l'Egitto essere in cima alla lista italiana allineandosi con gli USA. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha approvato una potenziale vendita militare estera al governo egiziano per la modernizzazione del suo mezzo d'attacco veloce Ambassador IV di classe Ezzat. Contratto, stimato in 625 milioni di dollari, che migliorerà le capacità tattiche della Marina egiziana, sebbene il valore finale in dollari dipenderà dalle effettive esigenze, dall'autorità di bilancio e dagli accordi firmati. A questo si aggiunge l'impegno del governo degli Stati Uniti per la vendita di un lotto significativo di missili AGM-114R Hellfire per la flotta di elicotteri d'attacco AH-64 Apache dell'aeronautica militare egiziana. E si può continuare. Insomma, c’è poco di cui rallegrarsi.
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