Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

Immagine
Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

A Monfalcone una situazione senza precedenti nella storia repubblicana di questa città


Anno 2024, Monfalcone. Città che va in controtendenza rispetto al resto del FVG dove vi è un calo demografico devastante, con tutti i riflessi che vi saranno, dalla chiusura di servizi pubblici, alla perdita di posti di lavoro, ad avere città desertificate. D'altronde di assaggi ve ne sono, basta farsi un salto a Gorizia per vedere cosa significa desertificazione. Monfalcone, invece, va verso tutt'altra direzione per i motivi che oramai anche le pietre conoscono. Grazie alle politiche sul lavoro di Fincantieri, Monfalcone ha praticamente dieci mila cittadini di nazionalità straniera. A Monfalcone servirebbero investimenti eccezionali, sostenuti dalle Istituzioni, a sostegno dell'istruzione, a sostegno dei corsi per l'italiano, per la cittadinanza attiva, che non possono continuare ad essere sulle spalle prevalentemente di poche associazioni e dunque sul volontariato. Però va detto che Monfalcone, in relazione a visioni politiche diametralmente opposte ed ideologie incompatibili tra di loro, si è arrivati a vivere una situazione che non ha precedenti nella storia repubblicana monfalconese. Un sindaco sotto scorta ed una comunità intera, quella musulmana, prevalentemente bengalese, in rivolta. Ora, di sindaci sotto scorta in Italia ve ne sono tanti, purtroppo, si va da chi ha ricevuto minacce dalle mafie, a chi ha deciso di abbattere degli alberi, come accaduto a Martellago, per arrivare a Monfalcone dove reazionari islamisti hanno minacciato il massimo rappresentante cittadino eletto democraticamente. Cosa gravissima, soprattutto in uno Stato come il nostro che si professa laico e democratico. Ognuno ha la propria visione delle cose, ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino. Ma arrivati ad un certo punto è bene che tutti facciano un passo indietro per il benestare della comunità e la pacificazione sociale. Questo deve essere l'interesse supremo da perseguire. Il Questore di Gorizia ha invitato tutti ad abbassare i toni, ed ha ragione sacrosanta da vendere, perchè la situazione oramai sembra aver intrapreso una strada senza via di uscita fino a quando una delle parti non cambierà direzione. Tutti devono fare un passo indietro, nessuno pretende una riconciliazione, questa ad oggi è fantascienza. Bisogna però stare attenti a non diventare tifosi, anche se a dirla tutta, a Monfalcone, la guerra di noialtri tra Guelfi e Ghibellini è oramai scoppiata da tempo.

mb


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot