La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Quell'omicidio di via Rastello che sconvolse un tempo la Gorizia austriaca

 

 

Via Rastello è una delle strade più affascinanti di Gorizia, qui il tempo si è letteralmente fermato all'ottocento.  Pare che il nome della via derivi da rastrello, porta a forma di rastrello. Nel Medioevo, quando questa porta si chiudeva, separava il borgo castellano dalla campagna circostante. Una strada vintage, che sfocia, come l'Isonzo nell'Adriatico, in quella che un tempo fu piazza Grande, così si chiamavano sotto l'Impero Asburgico le piazze principali delle città, ora piazza della Vittoria. Una via dove si sono consumate nei secoli molte storie, alcune da romanzo rosa, altre, invece, da cronaca giudiziaria, come un furto ripetuto nel tempo di teli e stoffe da un commerciante. Così come non lasciò indifferenti la visita dell'Imperatore avvenuta nel 1900 a Gorizia, era atteso il suo passaggio proprio da via Rastello, ma il programma cambiò all'ultimo. Probabilmente la notizia più funesta che ha caratterizzato la storia di questa via è quella dell'estate del 1872. Una mattina con un classico temporale estivo. Il giornale dell'epoca parlava di finimondo per la violenza di quel temporale. Che fu la giusta cornice per la scena del crimine che si stava compiendo. Il signor de Stabile, un ricco possidente, era appena entrato nella via Rastello, dirigendosi verso un negozio di alimentari del signor Nardini. All'improvviso, venne colpito violentemente e travolto dal proprio sangue.  Spirò dopo qualche minuto. Un fatto di una violenza inaudita avvenuto in pieno giorno in una delle vie più frequentate della città austriaca, perchè Gorizia in quel tempo era sotto l'Austria. L'uccisore venne arrestato nell'immediatezza. Si escluse da subito il tentativo di rapina o di furto. Si parlò di un caso di vendetta compiuto da un colono  che viveva vicino a Merna, un certo Cernia, condannato prima a morte e poi vent'anni di carcere . "Entrato giovanotto di 26 anni, ne esce uomo maturo di 46 anni", conclude il Piccolo del 1893 nel ricordare quel fatto di sangue avvenuto vent'anni prima. Un fatto di sangue che sconvolse la città, finito nell'oblio ed ora ricordato grazie all'archivio storico del Piccolo.

mb

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