È uno dei siti più suggestivi e misteriosi di Ronchi, e purtroppo anche tra i più abbandonati, nonostante la storia, il fascino, e l'importanza dell'area. Sita nei pressi dell'ex via Trieste, oggi via D'Annunzio, all'entrata della città, si può accedere percorrendo un piccolo vialetto sterrato, e sembra di fare un salto nel tempo, pur essendo rimasti praticamente solo gli scheletri della villa, e anche delle trincee, originali, seppure in parte avvolte dalla vegetazione.
I terreni su cui giace ciò che rimane della villa erano inclusi nella vasta proprietà dei possidenti locali conti Valentinis. Nel 1832 sul luogo della villa sorgeva una "casa colonica di un appartamento per 6 animali bovini", come si legge nel sito dell'ERPAC. La villa ed il parco Presel, Hinke ha delle potenzialità enormi. L'area originariamente ospitava delle fabbriche rustiche, dove veniva coltivato un ampio vigneto. Il sito del Consorzio culturale monfalconese così scrive sulla villa: "Nel decennio successivo, con il cambio di proprietà (nelle mani del commerciante triestino, Certo Stefanutti), si assistette ad una rapida e decisa trasformazione dell’area: venne edificata una casa dominicale, organizzato un giardino, e le case coloniche furono progressivamente convertite in edificio di servizio per la residenza. La villa fece la sua comparsa nella seconda metà del XIX secolo, e venne denominata “la Montagnola” per la sua posizione rialzata. Agli inizi del Novecento la villa venne acquistata dal vice ammiraglio Giovanni de Hinke, che ne fece sua residenza famigliare".
Hinke fu uno degli esponenti più famosi della marina austriaca, noto soprattutto per il suo essere gentiluomo e per il suo elevato spirito morale. Comandate di città e fortezza a Pola, morirà nel marzo del 1904, sepolto a Ronchi, dove aveva deciso di trascorrere la sua vecchiaia e di essere sepolto i funerali si svolsero, per suo desiderio, senza alcun accompagnamento militare, nella cittadina allora austriaca, e solo due giorni prima era morta la cognata. Venne collocato a riposo il 18 ottobre del 1901, con la croce dell'ordine di Francesco Giuseppe ed il titolo di ammiraglio ad honorem, e si stabilì a Ronchi dall'ottobre del 1901. Uno dei suoi ultimi vari fu quello dell'incrociatore Seighetvar al cantiere scoglio Olivi di Pola. Fu protagonista anche di una smentita curiosa. Il 25 agosto del 1900, racconta il Piccolo di allora, Hinke dovette smentire che una delle sue navi affondò a causa di una tromba marina. La nave in questione era la Aspern. Così come interessante fu l'esplorazione fatta nel 1890, quando alcuni palombari discesero in mare per ordine del Contrammiraglio Hinke e ne esplorarono il fondo 300m a sud dell'isola di S. Giovanni in Pelago, trovandovi avanzi di edifici e lunghi tratti continui di mura e banchine.
Un pezzo di storia importante che interessa Ronchi, un sito oggi in profondo stato di abbandono, ma che potrebbe diventare con i giusti investimenti pubblici, sostenuti magari di concerto con la Regione e non solo, ad esempio un teatro polivalente, un giardino botanico, valorizzando le trincee della prima guerra mondiale, le uniche presenti praticamente a pochi passi dal centro città.
Sono stati diversi gli articoli del Piccolo, a cura di Luca Perrino, con i quali si è evidenziato il valore e l'importanza di questo luogo e lo stato di abbandono, purtroppo in cui si trova, ma la speranza è sempre l'ultima a morire si dice, speriamo, rimanendo in tema, di non dover aspettare il crollo e di non dover un giorno raccontare solo i resti delle macerie...
mb
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