Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

La strategia della tensione? Chiamatela la strategia della grande impunità



L'Italia repubblicana è stata letteralmente devastata dallo stragismo neofascista, manovalanza politica, di intrighi, complotti di Stato legati indissolubilmente al filo dell'atlantismo. Complotti tutt'altro che immaginari e visionari, che hanno portato alla devastazione e al rischio di far saltare le fondamenta della democrazia repubblicana in Italia. 419 morti, 1181 feriti, l'apice venne raggiunto nel 1980 con 125 morti e 236 feriti. Ciò che è accaduto dal 1969 al 1984 è stato quasi un ventennio di violenza rimasta pressoché impunita. E quando c'è l'impunità significa che il sistema ne è stato partecipe. Tanti protagonisti di quella vicenda ne sono usciti indenni, molti hanno portato con sè i segreti nella tomba, altri, se li porteranno. Tra persone graziate, che avrebbero dovuto marcire in galera e non rimpiangono ciò che hanno fatto, parlando in alcuni casi di errori di gioventù, come se ammazzare più persone, fosse un semplice e banale errore di gioventù. Ed in tutto ciò i famigliari delle vittime, cornuti e mazziati come si suol dire. Secondo i dati forniti a gennaio 1988 dal Ministero dell'Interno si computano in Italia, per il periodo tra il 1° gennaio 1969 e il 31 dicembre 1987, un totale di 14.591 episodi di violenza a carattere politico contro individui o beni. La maggior parte di queste violenze furono di matrice fascista, neofascista. Più che strategia della tensione, la si dovrebbe chiamare la strategia della grande impunità, le condanne sono state pochissime, quelle scontate ancora meno e quasi sempre di esecutori. Percentuali irrisorie, rispetto a chi ha perso la vita e nel paradosso di tutto ciò che ancora oggi in galera per il terrorismo neofascista, viene fatto passare quasi per "eroe" per aver rinunciato alla grazia e non aver recitato la parte del finto pentimento per potersi fare la propria vita fuori da quelle mura. Centinaia di persone che hanno perso la vita e che mai giustizia avranno. Questa è l'Italia nata dalla Repubblica che paga il suo legale all'atlantismo che è stato causa della maggior parte degli eventi stragisti verificatesi nel nostro Paese. Ma il pericolo erano i cattivi comunisti, giusto? La terribile Unione Sovietica o Jugoslavia? 

mb 




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