La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La proclamazione delle leggi razziali a Trieste. Per colpire gli ebrei fu fondamentale il censimento della popolazione. Che ciò sia da monito

 


Il 18 settembre del 1938 in una piazza Unità d'Italia gremita il dittatore fascista, Mussolini, proclamava le leggi razziali. Il fatto di una gravità storica e politica inaudita non venne recepito a livello internazionale subito nella sua consistenza, le reazioni furono più incentrate forse sulle questioni di politica estera che emersero nel discorso triestino, che sulle politiche razziali che si battezzavano a Trieste ma che in Italia avevano trovato affermazione già da tempo. Trieste era un terreno fertile per il razzismo fascista, con il battesimo e le urla dannunziane dell'assalto a Narodni dom del 13 luglio 1920 si colpì profondamente la radice slava della città giuliana, per cercare di sradicarla ed imporre la supremazia di quella latina. Fondamentale fu per la proclamazione delle leggi razziali il censimento che venne realizzato dal regime. Diversi articoli della Stampa, ad esempio, testimoniano come il terreno venne preparato nel tempo, in modo metodico. Ad esempio il 25 agosto del 1938 su Trieste, in prima pagina, si titolava: "Trieste centro d'irradiazione ebraica". Articolo razzista dove si scriveva sin dalle prime battute che "Nella distribuzione degli ebrei  come dal censimento del 1931, Trieste segna la maggiore densità. Le cifre pubblicate in proposito sono anche inferiori al vero, poiché il censimento stesso, contemplando il fatto religioso e non quello razzistico, trascurava gli indifferenti e i convenuti, i quali, non per così poco cessavano di essere ebrei. Cosi Trieste si trova all'avanguardia di un problema giunto allo stadio acuto".

 


In un testo di qualche settimana prima, del 9 agosto 1938 si scriveva: "Gli ebrei in cifre Appuntì per il censimento: è da ritenere che gli ebrei in Italia siano circa sessantamila oltre i convertiti e gli stranieri La recente nota della « Informazione diplomatica » indica, in 44.000 gli ebrei residenti in Italia. Precisa la nota, che tale cifra, risultante da fonti ebraiche sarà controllata da un prossimo speciale censimento. La rilevazione statistica, sarà indubbiamente di grande interesse, non tanto per le eventuali risultanze quantitative, ma soprattutto perchè l'analisi dei dati che si rileveranno, attraverso il censimento consentiranno di precisare che in Italia il problema della razza più che interessante dal punto quantitativo, può essere preoccupante dal punto di vista qualitativo".

 


 

E si iniziavano a diffondere pubblicamente le liste di proscrizione. Come l'elenco dei 174 insegnanti ebrei su 1362 docenti universitari. Fra questi vi erano citati in prima pagina sulla Stampa del 6 settembre 1938 questi triestini che insegnavano alla R. Università di economia e commercio: Segrè Angelo; Luzzatto Fegiz Pier Paolo; Fubini Renzo; Del Vecchio Ettore; Pugliese Mario.

Dunque, quando Mussolini disse in piazza a Trieste che  "l’ebraismo mondiale è stato, durante i sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo. In Italia la nostra politica ha determinato, negli elementi semiti, quella che si può oggi chiamare, si poteva chiamare, una corsa vera e propria all’arrembaggio", nasce da un contesto fertile e preparato nel tempo ed il censimento della popolazione per come strutturato è stato un passo fondamentale, non solo per la questione quantitativa, ma anche qualitativa, come osservavano gli articoli di propaganda di allora.

Che ciò sia di monito nella società di oggi, dove le minoranze spesso vengono schedate, per contarsi ed essere schedate, anche perchè le schedature possono sempre nel tempo ritorcersi contro e diventare uno strumento repressivo, di ridimensionamento dei diritti e nella peggiore delle ipotesi di attuazione di politiche razziste.

mb

 

fonte immagini e articoli archivio storico la Stampa 

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