L'Europa la stiamo distruggendo noi!
Erano calabresi, erano siciliani, erano del sud. E vennero inviati come tanti altri migliaia di soldati a combattere contro il nemico di turno, l'Austria. Persero la vita in migliaia qui, sul confine orientale. Si è consumata una disgrazia immane. E tra le tante storie vi è stata sicuramente quella della Brigata Catanzaro. Noti tanto per il loro valore nei combattimenti quanto per quel no che costò 28 fucilazioni. Fu la più importante rivolta tra le fila dell'esercito italiano che diede luogo ad una delle più grandi decimazioni avvenute in Italia. Se ne contarono ufficialmente 750 tra l'esercito italiano figlie di processi farsa o meno farsa, di tante altre se ne perse il conto ed ora con un disegno di legge si spera di poterli riabilitare definitivamente questi ragazzi. Perchè nel cuore degli italiani questi soldati sono stati già riabilitati da tempo. Come successo a Santa Maria la Longa. Cittadina che non ha mai dimenticato la Brigata Catanzaro. In questo luogo stanziarono per i periodi di riposo, si integrarono nella comunità, e la comunità non dimenticò mai quanto di terribile accadde a metà luglio del 1917. Una rivolta, cercarono anche D'Annunzio per colpirlo, non lo trovarono, salvo che vederlo durante la loro fucilazione. Alcuni vennero fucilati al muro che ora non c'è più del vecchio cimitero di Santa Maria la Longa. I resti di questi soldati pare che riposino nel Tempio ossario militare di Udine. Non potevano avere diritto neanche ad una sepoltura dignitosa. Dovevano essere dimenticati. Nel 2014 venne apposta una targa in marmo a memoria dei fanti della Brigata Catanzaro. D'Annunzio avrebbe potuto fermare quello scempio, il suo potere era enorme in quel tempo. Sarebbe bastato un suo solo gesto. Non lo fece. Scrisse però un testo ricco di commozione oltre che di banale retorica ipocrita.
Le armi brillarono. La scarica coprì il coro. Nel battito della mia palpebra non vidi cadere al suolo gli uomini, sparenti come il canto sparente, ma li vidi quasi in un flutto grigio confondersi col muro del cimitero, perdersi fra i sette cipressi.
Mi ricordo. M’allontanai vacillando. Errai pel mio campo col mio affanno che non si placava. La ruga tra ciglio e ciglio m’incideva il pensiero, mi mordeva il pensiero. Invano chiesi conforto alle mie ali di guerra: ristetti nel ricovero, esaminai gli apparecchi pronti, ne provai il tono e il ritmo; mi adoprai a rendere più severo il disegno della prossima impresa; mi sedetti all’ombra della mia macchina alata «simile all’ombra del legno di sacrifizio e di salvazione».
D'Annunzio riuscì a ritagliarsi un ruolo da protagonista con il suo super Io anche in quella immane tragedia. E non a caso dai calabresi fu poco amato anche per quell'evento drammatico che si consumò in Friuli.
Nel 2011 a Santa Maria la Longa venne inaugurata anche una stele a memoria della Brigata Catanzaro, nel pieno centro cittadino. Località che ha recuperato e valorizzato la propria memoria storica a partire da quello storico "M'illumino d'immenso" di Ungaretti che qui venne scritto il 16 gennaio del 1917 insieme ad altre tre poesie, Dormire,Solitudine, Mattina.
Una località da visitare, diventata suo malgrado teatro di una storia drammatica, dove soffermarsi, per riflettere, ciò che è accaduto e perchè mai più si ripeta.
mb
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