L'Europa la stiamo distruggendo noi!

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In un mondo dove l'Europa potrebbe avere un ruolo decisivo per la salvaguardia della democrazia, in un contesto politico dove gli autoritarismi, le dittature, sembrano essere la normalità e le democrazie quasi un fastidio, invece di diventare un punto di riferimento, è a rischio dissolvimento. Non sono gli USA, i putiniani, i cinesi, a distruggere l'Europa. Lo stiamo facendo noi, da soli. Non siamo nè carne, nè pesce, siamo totalmente allo sbando. L'Europa se si chiede cosa sia, la gente non saprà cosa rispondere, i suoi organismi sono sconosciuti ai più, percepita come entità astratta, anzi, l'Euro è spesso maledetto, forse l'unico beneficio che viene riconosciuto è la caduta dei confini, anche se , vedi ad esempio tra Italia e Slovenia, sono ritornati a modo loro. Insomma, ci siamo sciacquati la bocca all'inverosimile su fatto che l'Europa fosse un soggetto che ha garantito la pace per oltre 70 anni, anche se la guerra in Jugoslavia non è stata considerata...

Quando a Capodistria la Jugoslavia si oppose all'apertura del consolato italiano perchè "c'erano pochi italiani"

 


In un bel palazzotto rosa sulle rive capodistriane sventolano la bandiera europea e quella italiana. Siamo in via Belvedere, una delle vie più suggestive della città istriana dove lo sguardo si perde nella bellezza del golfo di Trieste. Eppure la storia di questo consolato è stata travagliata, tutt'altro che scontata. Ad esempio in un documento conservato negli archivi della CIA  del 16 luglio 1954 si relaziona dello stato delle cose tra Italia e Jugoslavia sulla questione di Trieste. Si relaziona delle proposte e scambi di vedute tra l' ambasciatore Brosio per parte italiana, e Velebit per parte jugoslava. Tra i punti di scontro c'era la questione del consolato italiano a Capodistria. L'Italia insisteva per aprirlo, ma la Jugoslavia, per voce di Velebit, si rifiutava con fermezza, motivando che c'erano pochi italiani e che in base alle condizioni di reciprocità sarebbe stato invece favorevole all'apertura del consolato italiano fuori dall'aria del TLT, ad esempio verso Lubiana.

Una motivazione politica che chiaramente aveva come scopo il fatto di non aver alcuna rappresentanza italiana in quella zona contesa, per evitare qualsiasi legame con l'Italia. A Capodistria secondo il censimento austroungarico del 1900 vivevano 7205 italiani, 391 sloveni, 167 croati e 67 tedeschi. Dopo le vicende del Trattato di Pace la popolazione si ridusse in modo considerevole per arrivare ai numeri non felici di oggi. Ma per i "rimasti", nessun legame istituzionale e politico con l'Italia doveva esserci. Sarà solo con il testo ufficiale del 1954  qualche mese dopo che si arriverà invece all'accordo che consentirà l'apertura della sede consolare italiana a Capodistria secondo la condizione della reciprocità che vorrà a Trieste la rappresentanza jugoslava:


Uffici per lo svolgimento delle funzioni consolari

Lettera dell'Ambasciatore d'Italia a Londra all'Ambascíatore di Jugoslavia:

Ho l'onore di riferirmi al Memorandum d'intesa parafato oggi a Londra e di chiedere se il Suo Governo è d'accordo a che il mio Governo apra un Ufficio in Capodistria per lo svolgimento delle funzioni consolari nei riguardi del territorio che verrà sotto l'amministrazione jugoslava in base alle disposizioni del Memorandum sopra menzionato. Nel caso che il Suo Governo sia d'accordo il mio Governo si propone di nominare un Console a capo di tale Ufficio. Sono in grado di dichiarare che il mio Governo, per parte sua, è pronto ad approvare la conversione della rappresentanza jugoslava a Trieste in un Ufficio per lo svolgimento delle funzioni consolari nei riguardi del territorio che verrà sotto l'amministrazione italiana ai termini del Memorandum d'intesa.

Risposta dell'Ambasciatore di Jugoslavia a Londra all'Ambasciatore d'Italia:

Ho l'onore di accusare ricevuta della Sua lettera in data odierna e di ringraziarLa per la proposta del Suo Governo relativa alla rappresentanza del Governo jugoslavo in Trieste. Il mio Governo si propone di nominare un Console Generale come Capo della sua rappresentanza a Trieste.

Il mio Governo è d'accordo, da parte sua, per l'apertura da parte del Suo Governo di un Ufficio in Capodistria per lo svolgimento delle funzioni consolari nei riguardi del territorio che verrà sotto l'amministrazione jugoslava.

 

Interessante notare anche la piantina allegata nella documentazione prodotta dalla CIA. Capodistria è riportata solo in italiano e non come Koper, come invece accadrà in altri documenti dove però il primo nome sarà sempre Capodistria seguito tra parentesi da Koper, il nome sloveno della città istriana.

mb

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